SERVIZIO NAZIONALE PER LA PASTORALE GIOVANILE
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Tempo pasquale

SUL CROCIFISSO Il testo Dalla Leggenda Maggiore di San Bonaventura da Bagnoreggio (FF 1237) Francesco, ormai confitto nella carne e nello spirito, con Cristo sulla croce (Gal 2,19), non solo ardeva di amore serafico verso Dio, ma sentiva la sete stessa di Cristo crocifisso per la salvezza degli uomini. E siccome non poteva camminare, a […]
9 Marzo 2015

SUL CROCIFISSO

Il testo
Dalla Leggenda Maggiore di San Bonaventura da Bagnoreggio
(FF 1237)
Francesco, ormai confitto nella carne e nello spirito, con Cristo sulla croce (Gal 2,19), non solo ardeva di amore serafico verso Dio, ma sentiva la sete stessa di Cristo crocifisso per la salvezza degli uomini. E siccome non poteva camminare, a causa dei chiodi sporgenti sui piedi, faceva portare attorno per città e villaggi quel suo corpo mezzo morto, per animare tutti gli altri a portare la croce di Cristo. Diceva ai frati: «Incominciamo, fratelli, a servire il Signore Dio nostro, perché finora poco abbiamo progredito». Ardeva anche d’un gran desiderio di ritornare a quella sua umiltà degli inizi, per servire, come da principio, ai lebbrosi e per richiamare alla primitiva disponibilità quel corpo ormai consumato dalla fatica. Si proponeva di fare grandi imprese, con Cristo come condottiero, e, mentre le membra si sfasciavano, forte e fervido nello spirito, sognava di rinnovare il combattimento e di trionfare sul nemico. Difatti non c’è posto né per infermità né per pigrizia, là dove lo slancio dell’amore incalza a imprese sempre maggiori. Tale era in lui l’armonia fra la carne e lo spirito; tanta era la prontezza della carne ad obbedire, che, quando lo spirito si slanciava alla conquista della santità suprema, essa non solo non si mostrava recalcitrante, ma tentava di arrivare per prima.
 
La preghiera
“Absorbeat”
(FF 277)
Rapisca, ti prego, o Signore,
l’ardente e dolce forza del tuo amore
la mente mia da tutte le cose che sono sotto il cielo,
perché io muoia per amore dell’amor tuo,
come tu ti sei degnato morire
per amore dell’amore mio.
 
La testimonianza di...
Giulia

"Mi chiamo Giulia, ho 18 anni ed abito ad Assisi. Ora si può pensare che sia illogico spiegare l’importanza che ha per me Francesco, ma in realtà io l’ho incontrato poco tempo fa e il detto “meglio tardi che mai” non potrebbe essere più adatto. Fino a pochi mesi fa ero una di quelle tipe che non “ammirava” poi così tanto la propria città e l’importanza che questa aveva: pochi divertimenti, monumenti, Chiese… e tutte quelle cose che potrebbe pensare una ragazza di 18 anni aperta ai grandi sogni ma chiusa alla realtà. Ero schiva ad ogni evento che mi si proponesse, soprattutto se si trattava di preghiera o “cose così”, come le definivo io. Soprattutto parlavo di San Francesco come un “personaggio storico” che ammiravo per alcuni lati ma non capivo per tanti altri.
A giugno mi hanno proposto di dare una mano per i campi scuola degli adolescenti in Basilica. Ho accettato, non tanto per la voglia di aiutare, quanto per occupare il mio tempo. Dopo quella settimana ero confusa, sorpresa e quasi spaventata da quello che avevo vissuto. Ho scoperto una realtà fino ad allora estranea a me, ma di cui ora non posso fare a meno. Dopo che conosci Francesco è complicato lasciarlo andare. Sono sensazioni grandi e difficili da scrivere in poche righe. Insieme a lui, dentro di te, ti senti libera e vedi “quasi sempre” il bicchiere mezzo pieno.
A fine agosto ho partecipato ad un’iniziativa per giovani organizzata dai frati e lì, grazie alla condivisione, ho capito che è difficile che Francesco non si lasci amare. Ma era nei momenti di silenzio e di solitudine che sentivo di aver trovato tante risposte a tanti dubbi e ne ero sollevata. Purtroppo ci sono ancora cose che sto tentando di capire, ma con il Suo aiuto ed il mio impegno si chiarirà tutto.
Perché Francesco è una scoperta che mi ha cambiato completamente; ha cambiato il rapporto con gli altri, ma anche con me stessa. È un esempio difficile da seguire, ma vicino a noi più di quanto si pensi. Francesco è l’amico che non ti tradisce, il fratello che ti protegge, il papà che a volte ti rimprovera ma sempre per il tuo bene. Francesco è tutto ciò di cui si ha bisogno".

 
Le domande
Siamo nel tempo della gioia per eccellenza: Gesù Cristo è Risorto!

  • Pasqua: credi davvero che Gesù è risorto dai morti? Crederci, cambia qualcosa alla tua vita?
  • Ti sei mai chiesto che cosa può significare concretamente vivere già adesso da risorti?
  • Papa Francesco ci richiama spesso ad essere cristiani gioiosi e la resurrezione è il motivo di questa gioia, tu che ne pensi e come la vivi? Generalmente sei triste?
  • Molte volte cerchiamo la gioia attraverso il denaro, il potere, l’egoismo, le mode… dove attingi la tua vera gioia?
  • Gesù è morto in croce per noi, per te. Ma tramite la croce ha sconfitto il peccato e la morte e ci ha donato la vita.Questo mistero di amore cosa suscita in te?
  • Cosa vuol dire per te e per il mondo di oggi la frase di Francesco: «Incominciamo, fratelli, a servire il Signore Dio nostro, perché finora poco abbiamo progredito»?

SULLA MADONNA

Il testo
Da “Cirenei della Gioia” di don Tonino Bello
"Attendere significa sperimentare il gusto di vivere. Hanno detto addirittura che la santità di una persona si commisura dallo spessore delle sue attese. Se è così, bisogna concludere che Maria è la più santa delle creature, perché tutta la sua vita appare cadenzata dai ritmi gaudiosi di chi aspetta qualcuno.
Maria è la vergine in attesa… in attesa di Giuseppe, in ascolto del bruciare dei suoi anni, quando, sul far della sera, profumato di legni e di vernici, egli sarebbe venuto a parlarle dei suoi sogni.
Nel cenacolo Maria è in attesa dello Spirito, in compagnia dei discepoli. Stava in trepido ascolto del frusciare dei sandali di Giuseppe nelle sere del fidanzamento; ora, sul far del giorno, è in ascolto del frusciare dello Spirito, quando, profumato di unzioni e di santità, sarebbe disceso sulla Chiesa per additarle la sua missione di salvezza.
Vergine in attesa, quindi, dall’inizio alla fine, e nell’arcata sorretta da queste due trepidazioni – una così umana, l’altra così divina -, cento altre attese struggenti: l’attesa di Gesù per nove lunghi mesi, l’attesa degli adempimenti legali, la circoncisione, la presentazione al tempio, l’attesa del giorno in cui il figlio sarebbe uscito di casa per non farvi più ritorno; l’attesa di quell’ora, tragica ma gloriosa, di cui Maria provocò l’avvento a Cana; l’attesa dell’ultimo grido dell’Unigenito inchiodato sul legno della croce, l’attesa del terzo giorno, vissuta in veglia solitaria, davanti alla roccia della fede e della speranza. Attendere, nel vocabolario di Maria, è amare all’infinito".
 
La preghiera
Maria donna dell'attesa, Tonino Bello
Santa Maria, vergine dell’attesa,
donaci del tuo olio perché le nostre lampade si spengono.
Riaccendi nelle nostre anime i fervori che ci bruciavano dentro
quando bastava un nonnulla per farci trasalire di gioia.
Santa Maria, vergine dell’attesa, donaci un’anima vigiliare.
Sentinella del mattino, destaci nel cuore la passione di giovani annunci d
a portare al mondo che si sente già vecchio.
Portaci finalmente arpa e cetra,
perché con te, mattiniera, possiamo svegliare l’aurora.
Facci capire che non basta accogliere: bisogna attendere.
Accogliere talvolta è segno di rassegnazione.
Attendere è sempre segno di speranza.
Rendici, perciò, ministri dell’attesa,
E il Signore che viene, Vergine dell’attesa,
ci sorprenda, anche per la tua materna complicità, con la lampada in mano.

La testimonianza di...
Silvia
"Sono stata tantissime volte a Loreto, grazie alla vicinanza geografica con la mia città e grazie al mio impegno nell’associazione cattolica di cui faccio parte. Credo, però, che nessuna sia stata così sentita come quella vissuta lo scorso anno. Ho avuto la fortuna di poter partecipare a degli esercizi spirituali organizzati del settore diocesano giovani della mia associazione e ho avuto la possibilità di potermi fermare a fare un bilancio della mia vita. Per la prima volta ho capito quanto sia importante fermarsi e fare il punto della situazione, soprattutto quando si vive una vita «frenetica» che non ci permette mai di ritagliarci del tempo tutto per noi. Mi sono chiesta: «perché questa volta, davanti alla Santa Casa è diversa da tutte le altre?». Probabilmente perché non mi sono mai interrogata fino in fondo sul mistero di quella Casa, o, molto più semplicemente, avevo una visione della fede abbastanza superficiale.
In un momento di raccoglimento e di silenzio di fronte all'immagine di Maria mi sono resa conto che quello è il posto delle meraviglie, del «tutto è possibile», è l'esempio lampante che se ci si affida a Lui, tutto andrà bene. Non occorre preoccuparsi! Mi piacerebbe avere un minimo di quella fiducia che Maria ha avuto nei confronti di Dio: accettando il suo progetto, così come Lui gliel'aveva disegnato!  E io non devo opporre resistenza ma avere solo fiducia in quello che è il suo disegno per me. Per questo  collego la Santa Casa al concetto di fiducia! Da lì si riparte con più fiducia... in Lui.. in noi stessi... negli altri! La figura di Maria racchiude tutto ciò, no? Fiducia, pace e amore. L'esempio perfetto per tutti noi, perché dà speranza con quel Bambinello in braccio e ci dice che ce la possiamo fare, che ci possiamo affidare! Dentro di me tante domande e quello che chiedevo era soltanto di avere un aiuto nel fare un po' di chiarezza nella mia vita.....apparentemente nessuna risposta ma dentro di me una spinta a ripartire più carica che mai, insomma più FIDUCIOSA! In tutto questo c'è stato un doppio regalo: la consapevolezza di essere circondata da persone stupende e l'aver conosciuto amicizie che col tempo si sono rivelate preziose e di questo non posso che ringraziarLa.
Non ho vissuto personalmente un miracolo nel vero senso della parola ma reputo tutto questo un piccolo grande miracolo. Grazie a questa esperienza, credo di aver capito che per poter «vedere» le meraviglie che  il  Signore opera per ognuno di noi ci sia bisogno di tempo o, forse, è possibile riuscire a comprendere fino in fondo il suo operato soltanto vivendo. Si riscopre il valore fondamentale del tempo e si è consapevoli del fatto che non siamo mai soli in questo lungo cammino della vita!"

 
Le domande

  • Siamo disposti, siamo pronti a prendere con noi, nella nostra vita, la novità che il Signore ci presenta?
  • O non vogliamo rischiare, abbiamo paura, crediamo di poter continuare a fare da soli come sempre?
  • Siamo pronti a partire e compiere il “lungo viaggio” verso altre abitudini, altri impegni, altre attese nella nostra vita?