Interpreti e ruoli
Riccardo Scamarcio (Marco), Adriano Giannini (Guido), Gabriel Montesi (Leo), Valentina Bellè (Luisa), Claire Romain (Gaelle), Mati Galey (Mattia), Linda Caridi (Giorgia), Imma Villa (Patrizia, prima moglie), Antonella Ponziani (Marinella, seconda moglie), Gioele Dix (Manfredi Alicante), Judith El Zein (Nadine)
Soggetto
Marco, Guido, Leo, e Mattia sono quattro fratelli figli dello stesso padre ma di tre madri diverse. Con loro, considerata una figlia a tutti gli effetti, Gaelle. Alla morte del padre, di fronte al notaio, scoprono di aver ricevuto in eredità un allevamento di ostriche ma, soprattutto, di avere un’altra sorella, Luisa. Conflitti, rancori e sofferenze non tarderanno ad emergere.
Valutazione Pastorale
Simone Godano (“Marilyn ha gli occhi neri”, 2021) dirige e scrive con Luca Infascelli (“La scuola cattolica” 2021) “Sei fratelli”, una commedia drammatica su una famiglia allargata ad alto tasso di livore, tra incomprensioni, rancori e sofferenze. La storia. Marco, Guido, Leo e Mattia sono quattro fratelli figli dello stesso padre, Manfredi Alicante (Gioele Dix), ma di tre madri diverse. Con loro, considerata una figlia a tutti gli effetti, Gaelle. Quando il padre, affetto da un male incurabile all’ultimo stadio, si suicida buttandosi dalla terrazza dell’ospedale nel quale è ricoverato, tutti si ritrovano a Bordeaux, dove l’uomo è vissuto negli ultimi anni, per i funerali e l’apertura del testamento. Di fronte al notaio scoprono di aver ricevuto in eredità un allevamento di ostriche, ma, soprattutto, di avere un’altra sorella, Luisa. La convivenza forzata fa esplodere i conflitti. Guido (Adriano Giannini) ha divorziato, ma non riesce a lasciare il passato alle spalle; Marco (Riccardo Scamarcio) è un presentatore televisivo insoddisfatto e in crisi con la moglie Giorgia (Linda Caridi), ex del fratello Leo (Gabriel Montesi) che, per questo, non rivolge loro la parola da anni. Ci sono poi i due fratelli francesi Gaelle (Claire Romain), sempre in procinto di sposarsi, e il diciassettenne Mattia (Mati Galey), timido e nervoso, il più giovane. A portare ulteriore scompiglio arriva Luisa (Valentina Bellé), figlia di un’amante di cui nessuno sapeva. La situazione, già difficile, esplode quando i sei devono decidere cosa fare dell’eredità di Manfredi: un allevamento di ostriche improduttivo e pieno di debiti. La discussione si accende e diventa una sorta di processo al padre nel quale i sei sono insieme, vittime, testimoni e giurati. Non è facile dirigere un film corale né scrivere una sceneggiatura che dia il dovuto spazio e profondità a interpreti e personaggi, accompagnandoli in un percorso di evoluzione e cambiamento. E “Sei fratelli” paga tutto il pegno di questa difficoltà. Il racconto si avvita in una rete di incomprensioni e gelosie, in cui i protagonisti restano impigliati, senza che il ritrovarsi, il parlarsi, lo scontrarsi, anche fisicamente, porti loro la possibilità di affrontare fino in fondo irrisolti e incomprensioni. Un padre ingombrante nella sua assenza, una personalità forte, un egoista che non ha saputo dare loro nulla, se non la vita biologica, sul quale sfogano la propria infelicità e che non riescono a perdonare. Le madri, tre su quattro, restano sullo sfondo, sbiadite. Così commenta il regista Godano: “Un film sui ruoli che ogni famiglia attribuisce ai propri componenti, ruoli che fanno comodo a tutti, un film che scardina questo concetto consapevole che poi tutto tornerà come prima.” Che poi è il messaggio finale del film. Dopo essersi “liberati” del padre (metaforicamente disperdendone su una spiaggia le ceneri equamente distribuite in sacchetti di plastica), i sei si ripromettono di mantenersi in contatto, sembrano finalmente sentirsi una famiglia, ma una frase, scritta prima dei titoli di coda dice al pubblico che non si rivedranno più. “Sei fratelli” presenta degli spunti interessanti, senza purtroppo approfondirli adeguatamente, sovraccaricato anche da alcune linee narrative non esplorate del tutto né risolte. Gli interpreti fanno quello che devono. Complesso, problematico, per dibattiti.
Utilizzazione
Programmazione ordinaria, da riservare a un pubblico adulto.