SERVIZIO NAZIONALE PER LA PASTORALE GIOVANILE
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Tempo di Avvento

SUL CROCIFISSO I testi Dalla Vita Prima di San Francesco scritta da Tommaso da Celano (FF 329) Vi era ad Assisi un uomo, che gli era caro più degli altri. Poiché era suo coetaneo e l'amicizia e il mutuo affetto lo invitava a confidargli i suoi segreti, Francesco lo conduceva con sé in posti solitari […]
9 Marzo 2015

SUL CROCIFISSO

I testi
Dalla Vita Prima di San Francesco scritta da Tommaso da Celano
(FF 329)
Vi era ad Assisi un uomo, che gli era caro più degli altri. Poiché era suo coetaneo e l'amicizia e il mutuo affetto lo invitava a confidargli i suoi segreti, Francesco lo conduceva con sé in posti solitari e adatti al raccoglimento, rivelandogli di aver scoperto un tesoro grande e prezioso. L'amico, esultante e incuriosito, accettava sempre volentieri l'invito di accompagnarlo.
Alla periferia della città c'era una grotta, in cui essi si recavano sovente, parlando del "tesoro". L'uomo di Dio, già santo per desiderio di esserlo, vi entrava, lasciando fuori il compagno ad attenderlo, e, pieno di nuovo insolito fervore, pregava il Padre suo in segreto (Mt 6,6). Gioiva che nessuno sapesse quanto faceva là dentro e, celando saggiamente a fin di bene il meglio, solo a Dio chiedeva consiglio nel suo santo proposito. Supplicava devotamente Dio eterno e vero di manifestargli la sua via e di insegnargli a realizzare il suo volere. Si svolgeva in lui una lotta tremenda, né poteva darsi pace finché non avesse compiuto ciò che aveva deliberato. Mille pensieri l'assalivano e lo facevano molto soffrire con la loro insistenza.
Bruciava interiormente di fuoco divino, e non riusciva a dissimulare esternamente il fervore della sua anima. Deplorava i suoi gravi peccati, le offese fatte agli occhi della maestà divina. Le vanità del passato o del presente non avevano per lui più nessuna attrattiva, ma non si sentiva sicuro di saper resistere a quelle future. Si comprende perciò come, facendo ritorno al suo compagno, fosse tanto spossato da apparire diverso da come era entrato.

La preghiera  
Onnipotens
(FF 233)
Onnipotente, eterno, giusto
e misericordioso Iddio,
concedi a noi miseri di fare,
per tuo amore,
ciò che sappiamo che vuoi,
e di volere sempre ciò che a te piace,
affinché, interiormente purificarti,
interiormente illuminati
e accesi dal fuoco dello Spirito Santo,
possiamo seguire le orme del tuo Figlio diletto,
il signore nostro Gesù Cristo,
e con l'aiuto della tua sola grazia
giungere a te, o Altissimo,
che nella Trinità perfetta e nell'Unità
semplice
vivi e regni e sei glorificato,
Dio onnipotente
per tutti i secoli dei secoli.
Amen.
 
La testimonianza di...
Silvia e Stefano
"Siamo Silvia e Stefano, abbiamo 21 e 26 anni e una piccola storia da raccontare. Siamo due giovani cresciuti nella fede trasmessa dai nostri genitori, dalle nostre comunità parrocchiali, ma segnati nel profondo da un’esperienza straordinaria che è stata il nostro incontro con Francesco; un incontro vissuto in modo praticamente uguale da entrambi, grazie ai campi scuola per adolescenti tra Assisi e Santa Maria degli Angeli. Chi avrebbe mai detto che il diventare entrambi degli adolescenti fans di S. Francesco avrebbe portato, a distanza di qualche anno, alla storia che stiamo raccontando?
Ci siamo conosciuti durante un convegno per giovani nel 2012, all’ombra della Basilica di San Francesco; posto già visto e già da tempo considerato come una seconda casa, ma che quell’anno ci aspettava per farci scoprire qualcosa di più, una novità inaspettata. L’elemento che più ci ha avvicinati, pur lentamente, è stata l’amicizia nata tra tutti i componenti del gruppo padovano con i quali abbiamo condiviso questa esperienza; la nostra storia è iniziata, insomma, come quella di due semplici compagni di viaggio.
Hai presente il colpo di fulmine? Ecco, noi non sappiamo cosa sia: solo una volta tornati abbiamo avuto la prima timida intuizione che, forse, tra di noi ci sarebbe stato qualcosa di più. Ci sarebbero state le serate passate a scriverci, le canzoni dedicate prima di andare a dormire e qualche rara occasione per vedersi.
“Rara” per un solo motivo, non di poco conto: tra le nostre rispettive case corrono 65 chilometri. Tutti i viaggi, inizialmente, li affrontava solo Stefano, ed è proprio in quei momenti che sono nati i primi dubbi, le prime incertezze, i primi “chi me lo fa fare?”. Era una sfida impegnativa, che costava tempo ed energia. Proprio in quei momenti abbiamo entrambi preso coscienza del fatto che qualcuno ci stesse indicando la via: noi dovevamo "solo" trovare il coraggio di AFFIDARCI e seguirla. In questo modo siamo diventati due piccole matite nelle Sue mani. 
Con il passare dei mesi, infatti, ci siamo resi conto di essere stati guidati da un coraggio che non era nostro: avevamo di fronte un orizzonte che dava diverse preoccupazioni ad entrambi ma la voglia di rivedersi era sempre più forte. Capivamo, di settimana in settimana, che c'era sempre qualcosa di nuovo, di grande e di davvero bello da scoprire.
Ovviante la fatica c’è stata, i periodi in cui non riuscivamo a vederci c’erano (e ci sono ancora) ed erano sempre più difficili da sopportare, ma tutto questo ci ha fatto maturare e vedere con occhi sempre nuovi quello che stavamo vivendo.
Abbiamo imparato il valore dell’attesa, del sentire la mancanza dell’altro, del concentrare in una sola giornata a settimana ciò che di più bello potevamo vivere insieme. In particolare, nonostante non ce lo siamo mai detto esplicitamente, abbiamo cercato fin da subito di vivere insieme, quando possibile, l’Eucarestia della domenica. Con l'aiuto della Parola vediamo nella nostra relazione non una serie sterile di coincidenze, ma la conferma di quanto Dio stesso voglia da noi, della possibilità che ci ha offerto di riconoscerlo, di un desiderio di felicità che può finalmente essere vera.
In questi due anni abbiamo ricevuto il grande dono di vedere in noi la strada che porta a Lui. Prima di conoscerci entrambi avevamo già un'indicazione, una strada più o meno battuta da seguire, ma adesso che siamo in due a camminare insieme verso un'unica meta, sappiamo che sarà un cammino molto più ricco. Da ora abbiamo la grazia di sperimentare la bellezza del non pensare più soltanto a noi stessi, ma di progettare in due; siamo già grati di essere arrivati fin qui, sapendo che tutto questo non è poco, ma è solo l'inizio. “Quale dono è aver creduto in te!”

 
Le domande
Siamo in Avvento, il tempo dell’attesa gioiosa del Signore.

  • La parola Avvento come risuona dentro di te e che significato gli dai?
  • Prova a considerare quanta impazienza normalmente abbiamo durante il giorno… Siamo abituati a desiderare tutto e subito… Saper attendere: attendere è una perdita di tempo? Come imparare il tempo dell’attesa?
  • In questo tempo che cosa ti può aiutare a conoscere Gesù?
  • “…un uomo, che gli era caro più degli altri. Poiché era suo coetaneo e l'amicizia e il mutuo affetto lo invitava a confidargli i suoi segreti…”; vivi come san Francesco l’esperienza vera condividendo tutto di te a un altro/a? Prova a descriverla.
  • Quali sono per te gli aspetti più importanti dell’amicizia?
  • Hai un amico sacerdote/religioso/religiosa con il quale puoi confrontarti?

SULLA MADONNA

Il testo
Da “Magnifica il Signore anima mia” di Piero Coda
“Si faccia di me secondo la tua volontà”.
In queste parole che Maria dice all’angelo non è solo la serva che parla al suo Signore, è anche l’amata che si ridona all’amato, con abbandono totale.
Lui, ormai, la fa sua, la penetra, l’attraversa perché la Vita nasca in lei.
Può Dio far questo? Non è tanto questione di potenza, o meglio di onnipotenza. Lui che sbaraglia gli eserciti, Lui che domina le tempeste, Lui che ha creato il mondo, perché non potrebbe anche questo?
No, non è questione di potenza. E’ questione d’amore.
“Davvero il mio Signore è lo sposo del Cantico? Davvero scende fino me? Non solo colmando della sua pace, della sua luce, della sua gioia leggera e ineffabile il mio cuore, ma penetrando nella mia carne, generando in essa la Vita che da Lui solo ha principio?
Sì, Dio è tutto questo. E Maria non può non cantare la grandezza di questo Dio. Grandezza d’amore, di infinito, incredibile amore. Tanto da farle sussurrare, desiderante e stupita: “Ma chi sei Tu, allora, Dio, mio Amore, che guardi così all’umiltà della tua serva? Chi sei?
Come potrò scandagliare le infinite profondità del tuo amore, gli abissi della tua luce, le vertiginose altezze della tua santità? Tu ti fai me…perché io possa essere Te!
Maria canta, loda, esulta ed esalta il suo Signore.
Nulla è ormai più come prima. Per lei, ma anche per Israele, e per tutti: i popoli e gli uomini e le donne del presente, del passato e del futuro.
Perché Dio è entrato nella carne dell’umanità, l’ha fatta sua. Per sempre.
Tutto è fatto. E tutto ancora deve accadere.
 
La preghiera
Ave Maria, Fabrizio De Andrè

E lo stupore dei tuoi occhi salì dalle tue mani
che vuote intorno alle sue spalle si colmarono ai fianchi
della forma precisa di una vita recente,
di quel segreto che si svela quando lievita il ventre.
E te ne vai, Maria, tra l’altra gente
che si raccoglie intorno al tuo passare,
siepe di sguardi che non fanno male nella stagione di essere madre.
Sai che fra un’ora forse piangerai
poi la tua mano nasconderà un sorriso,
gioia e dolore hanno il confine incerto nella stagione che illumina il viso.
Ave Maria, adesso che sei donna,
ave alle donne come te, Maria,
femmine un giorno per un nuovo amore, povero, ricco, umile o messia;
femmine un giorno e poi madri per sempre nella stagione che stagioni non sente.

 La testimonianza di...

Le domande
-     Abbiamo il coraggio di parlare di Dio, del Signore Gesù, che è entrato nella nostra vita e ci ha visitato?
-     O rimaniamo muti, seppellendo i doni che lui ci fa?
-     Se noi abbiamo incontrato il Signore, ci rendiamo conto della ricchezza che abbiamo e che non possiamo tenerlo chiuso dentro di noi, perché lui vuole visitare la vita di tutti?
-     Possiamo prendere un po’ di coraggio e cominciare anche noi a parlare di lui, del suo amore vivo in mezzo a noi?