Smarrire il desiderio della felicità, estranea anche alle sorti degli altri. Mons. Delpini invita i giovani a ripartire dall’orizzonte della vita eterna.
“C’era un volta il desiderio di essere felici. Era come un desiderio naturale, una specie di destinazione ovvia, garantita, attraente. Come quando uno sale su un treno perché desidera andare in una città dove abita un amico, così uno entrava nella vita come per un viaggio verso la felicità”.
Mons. Mario Delpini, Vescovo ausiliare di Milano, ripercorre per i ragazzi un tempo nel quale era diffuso il desiderio di essere felici e di rendere felici gli altri.
“Poi, non si sa come, il desiderio di essere felici è scomparso, o forse l'hanno cacciato via, l'hanno dichiarato una illusione pericolosa”. In conseguenza, si è finiti a pensare semplicemente a se stessi: “Per forza di cose, se ne è andato anche il desiderio di rendere felici gli altri”.
Partendo da questa constatazione – che rende rassegnati incapaci di attendersi qualcosa dalla vita e neppure da Dio – Mons. Delpini presenta “la speranza costruita sulla promessa di Gesù, virtù che ha come sostanza l’esercizio spirituale del desiderio della vita eterna”.