Tre passi per tracciare un percorso e per definire chi è e cosa fa il responsabile di pastorale giovanile a livello diocesano e regionale. E' questo l'obiettivo dell'incontro di formazione 'Con il passo giusto', organizzato quest'anno a Briatico, in Calabria, dal servizio nazionale di pastorale giovanile e dedicato ai nuovi incaricati, nominati negli ultimi due anni.
Oltre a un primo quadro sulla figura del responsabile di pastorale giovanile diocesana, disegnato da don Michele Falabretti, e sul legame tra pastorale giovanile e chiesa italiana, tracciato da mons. Luigi Renzo, vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea, i partecipanti hanno potuto vivere un'esperienza diretta di pastorale giovanile. A partire dall'accoglienza nella parrocchia di S. Nicola a Briatico, dove la comunità guidata da don Giuseppe Gagliano ha ospitato il gruppo per la celebrazione eucaristica prima e per una festa con cibi, canti, danze popolari poi. E' stato un esempio concreto di come da semplici gesti può nascere un'esperienza educativa importante e un'alleanza tra giovani e meno giovani uniti da un comune obiettivo.
Altro passo importante è stato quello che ha condotto i partecipanti a toccare con mano alcune esperienze pastorali concrete, quelle nate dalla parrocchia Santa Marina Vergine, dall'Associazione 'Il Samaritano' e dalla Cooperativa 'Valle del Marro'. Un esempio di come dalla lotta alla mafia e all'illegalità possano nascere iniziative concrete per e con i giovani. Accompagnati da don Pino De Masi, parroco a Polistena, comune nei pressi di Gioia Tauro, i nuovi incaricati hanno visitato i terreni confiscati alla mafia e hanno toccato con mano la rinascita che parte da un'azione pastorale creativa. Il nuovo centro giovanile a Polistena sorge in un edificio confiscato alle mafie, nella piazza che per decenni è stata territorio della 'ndrangheta.
Infine, la visita a Tropea attraverso i luoghi di don Mottola, giovane sacerdote che ha dedicato la sua vita alla preghiera, ai giovani e al suo territorio.