In questa sezione troverete il racconto e la voce delle persone che hanno partecipato alle esperienze di accompagnamento del progetto “Aperto per Ferie”. Educatori, referenti e responsabili di alcune realtà hanno compreso che i bisogni e le esigenze non vanno in quarantena e che l’urgenza di fare pastorale digitale è un’occasione che non deve essere persa, sottovalutata o lasciata al caso. La quarantena ci ha mostrato nella forma più estrema e complessa che non esiste più una differenza tra digitale e reale e che è possibile fare pastorale digitale; occorre solo prendere una decisione e accettare la sfida educativa, proprio come hanno fatto queste realtà. Costa fatica – certo – ma, se veniamo accompagnati, tutto sembra più semplice. Questo scambio di storie ha un valore quasi sacro: ogni narrazione ci chiama, ci interpella e ci fa riflettere.
L'ESPERIENZA DELLA PARROCCHIA DI S. ANDREA APOSTOLO DETTA DI S. BENEDETTO E CENTRO GIOVANILE S. LUIGI
Quando un evento straordinario irrompe nella routine e la sconvolge, è possibile fare esperienza di quello che accade e imparare.
Ed è quello che hanno fatto Marika Tomasoni e Luigi Viviani, coordinatori dell’Oratorio di S. Benedetto e del Centro Giovanile S. Luigi in Crema.
Riscoprendosi più capaci di far fronte all’inedito, i due referenti, che si sentono parte integrante del servizio, si sono presi la responsabilità di pensare: cosa la crisi ha messo in discussione e cosa di generativo ha lasciato?
Lo strumento di lavoro degli educatori, che è orizzonte, fine e strumento al tempo stesso – la relazione – durante la quarantena è venuta meno per diverso tempo. Obbedire alle disposizioni nazionali relative all’isolamento sociale, ha creato una sfida paradossale per chi svolge lavori come i due coordinatori di questa realtà.
Marika e Luigi sono stati tra i primi a intercettarci e a riferirci le loro esigenze e i loro bisogni. Non sempre però è facile dare un senso alle cose che facciamo e comprenderle perché siamo abituati più a fare che a pensare. Il progetto Aperto per Ferie è stata l’occasione per trovare uno spazio e un tempo per riflettere, avere occhi attenti alle possibilità e costruire il futuro facendo tesoro dell’esperienza vissuta.
Tra gli interrogativi degli educatori: come rendere digitale un’esperienza educativa? Come il digitale può creare esperienze e relazioni con gli adolescenti? É possibile creare una relazione reale nel digitale? Stare in relazione nel digitale? Restare umani anche dietro uno schermo?
IL PERCORSO
Nonostante le preoccupazioni iniziali, la fatica della distanza e la mole di lavoro operativa che dominava nelle loro giornate, i responsabili dell’oratorio non si sono persi d’animo e hanno ritenuto la proposta, relativa all’accompagnamento digitale, utile e interessante per i loro animatori adolescenti.
In questa drammatica situazione i due coordinatori, pieni di domande e attenzioni per i loro adolescenti, hanno intuito l’opportunità di rimettere davvero al centro la relazione perché non esiste più la differenza tra virtuale e reale.
Nonostante la difficoltà di vedere il digitale come modo per creare relazione, connettere, durante il percorso sono stati creati buchi, abbiamo fatto nascere domande senza offrire subito risposte proprio per creare quello spazio di riflessione.
Insieme a Luigi e Marika è stato definito il percorso per rendere digitale un’esperienza educativa. I due coordinatori hanno compreso che per parlare agli adolescenti e fargli vivere un’esperienza educativa stimolante, accattivante e dove era possibile stare in relazione nel digitale, era necessario usare la loro lingua: quella dei video.
Per questa ragione, si è scelto di creare un video, seguendo tutte le fasi: quella ideativa (brainstorming, concept), creativa (storytelling, schema narrativa), di pre-produzione (storyboard sopralluoghi), ripresa e montaggio.
Gli animatori adolescenti, inizialmente accompagnati da due cordiali e pazienti educatrici esterne alla loro realtà e da un competente e simpaticissimo videomaker nella fase di produzione, stanchi ma soddisfatti, si sono trovati a scoprire il dietro le quinte di un video, ad essere maggiormente consapevoli della comunicazione visiva, a comprendere che la fatica iniziale viene ripagata se le energie sono spese correttamente, che è necessario il contributo di tutto il gruppo per raggiungere l’obiettivo e che è possibile creare una relazione reale nel digitale.
Il percorso della parrocchia di S. Andrea Apostolo detta di S. Benedetto e del Centro Giovanile S. Luigi ci offre tanti nuovi indizi per il nostro lavoro educativo: troppi forse, ma che solo con ordine e tempo si possono sviluppare al meglio; la fretta di avere risposte può portarci sulla strada sbagliata.
Il lavoro educativo non si ferma, anzi raddoppia creando spazi e contesti di possibilità per continuare a stare in relazione, esserci, e non creare vuoti relazionali con i nostri adolescenti.