In questa sezione troverete il racconto e la voce delle persone che hanno partecipato alle esperienze di accompagnamento del progetto “Aperto per Ferie”. Educatori, referenti e responsabili di alcune realtà hanno compreso che i bisogni e le esigenze non vanno in quarantena e che l’urgenza di fare pastorale digitale è un’occasione che non deve essere persa, sottovalutata o lasciata al caso. La quarantena ci ha mostrato nella forma più estrema e complessa che non esiste più una differenza tra digitale e reale e che è possibile fare pastorale digitale; occorre solo prendere una decisione e accettare la sfida educativa, proprio come hanno fatto queste realtà. Costa fatica – certo – ma, se veniamo accompagnati, tutto sembra più semplice. Questo scambio di storie ha un valore quasi sacro: ogni narrazione ci chiama, ci interpella e ci fa riflettere.
ORATORIO SPIRITO SANTO PINEROLO
Siamo stati tutti sorpresi dall’inatteso. Ciascuno di noi, durante il lockdown, si è trovato alle prese con una situazione con cui non aveva dimestichezza. Ma nello stesso tempo ciascuno di noi ha scoperto potenzialità che prima di allora ignorava di avere. Questo è quello che è accaduto nella parrocchia Spirito Santo di Pinerolo al parroco, don Massimo Lovera, agli educatori dei gruppi adolescenti e a Fabrizio Bertrand, educatore professionale dell’oratorio.
Il coordinatore dell’oratorio, lungimirante e attento educatore, ci ha riferito fin da subito il suo desiderio condiviso con il parroco e gli animatori: rendere protagonisti i ragazzi dell’oratorio.
Perché i giovani hanno voglia di confrontarsi, di cercare riferimenti e sono costantemente affamati di tutto ciò che può aprire spirargli di cambiamento.
In altre parole, sono vita.
Sintonizzato sulla stessa frequenza dei suoi preadolescenti, il coordinatore ha intercettato i bisogni dei ragazzi ed ha deciso di abitare il caos adolescenziale costruendone senso. Ed è proprio in questo instante che Fabrizio - dopo aver seguito i nostri webinar - ha intercettato noi per ricevere un aiuto nella progettazione.
Dopo innumerevoli videochiamate, telefonate, zoom di gruppo, spazi di ascolto telefonici o per e-mail, Fabrizio ha infatti riconosciuto le potenzialità di un nuovo modo di stare in relazione e si è fatto ricercatore, sollevando passo dopo passo, interrogativi su quel che stava accadendo per intuire il passo ulteriore da fare.
Tra gli interrogativi di F, c’erano: come stare in relazione in un’esperienza digitale? come rendere i ragazzi protagonisti di questa esperienza? come esserci con più consapevolezza negli ambienti digitali?
E, poi, cambierà il nostro modo di relazionarci o faremo presto ritorno alle vecchie routine?
Il progetto Aperto per Ferie ha dato la possibilità di trovare uno spazio di costruzione di senso e di esperienza, dove non c’era l’ansia di “fare per fare” ma dove la priorità era data al progettare, lavorare per obiettivi, verificare e valutare gli esiti di ciò che era stato fatto prima.
I ragazzi si sono potuti sperimentare, mettersi alla prova e agire da veri protagonisti, in un contesto controllato e con la supervisione di professionisti - educatori e videomaker esterni.
In un apprendimento esperienziale gli adolescenti sono stati sollecitati a dare il proprio contributo, sviluppare capacità creative e ideare.
IL PERCORSO
Insieme a Fabrizio e a Giulia (animatrice degli adolescenti di prima e seconda superiore) è stato definito il percorso dedicato, su diversi livelli, ai ragazzi dell’oratorio - adolescenti (ob. progettazione laboratorio) e preadolescenti (ob. vivere un’esperienza digitale unica).
Il coordinatore aveva già ipotizzato di creare un laboratorio per videomaker, condotto dagli adolescenti, per far vivere un’esperienza fuori dagli schemi, accattivante e stimolante ai suoi preadolescenti, i 2006.
Per questo motivo, attraverso l’utilizzo di una piattaforma online e diversi incontri da remoto, gli animatori adolescenti sono stati accompagnati da due educatrici esterne alla loro realtà nella definizione del laboratorio, partendo dall’obiettivo educativo definito da Fabrizio: rendere protagonisti i 2006.
La difficoltà del percorso, come spesso accade, è stata quella di sostare nel pensiero e non andare oltre. Spesso l’elenco delle cose operative da fare aveva il sopravvento: quale programma utilizzare per il montaggio? chi delegare per il video? come fare il VoiceOver?
Ai giovani animatori coinvolti nel percorso è stata chiesta una grande fatica: quella di alzare lo sguardo, focalizzarsi sul proprio obiettivo scommettendo sulle relazioni con i propri 2006 al posto della prestazione del video o del laboratorio.
É stato chiesto loro di rallentare per aver cura, di inoltrasti nella reciprocità educativa e di tenere traccia della storia relazionale del gruppo.
Con loro sono state condivise strategie, modalità per fare 1,2,3 passi indietro in modo da dar voce ai 2006 e renderli protagonisti a trecentosessanta gradi, utilizzando il digitale per creare esperienze educative uniche in grado di creare relazioni, connettere.
Gli animatori sono stati inviati, inoltre, a riflettere e a tutelare la qualità del lavoro educativo, spesso sovrastata da impegni, operatività e cose da fare.
Perché la buona riuscita del laboratorio e del video è risultato sempre della relazione costruita e del lavoro educativo svolto.
Tra fatiche e imprevisti, è stato realizzato il laboratorio e con Fabrizio si è scelto di creare un video, seguendo tutte le fasi per la realizzazione: quella ideativa (brainstorming, concept), creativa (lo storytelling, schema narrativo), di pre-produzione (storyboard e sopralluoghi) ripresa e montaggio.
Gli animatori adolescenti, inizialmente accompagnati da due educatrici esterne alla loro realtà e da un competente videomaker nella fase di produzione, si sono trovati a conoscere il dietro le quinte di un video, ad essere maggiormente consapevoli della comunicazione visiva e a comprendere che la fatica iniziale viene ripagata se le energie sono spese correttamente
Adolescenti e preadolescenti hanno compreso cosa significare stare in una troupe cinematografica dove ogni componente ha il proprio ruolo e le proprie responsabilità. Vivendo questa esperienza digitale, gli animatori e ragazzi di Pinerolo hanno provato con mano cosa significa essere responsabili, svolgere il proprio compito e collaborare per un obiettivo comune.
In altre parole, l’ABC necessario per mettersi al servizio degli altri.