L’apparizione del mondo digitale nelle attività non cambierà nemmeno di un grammo i nostri com-piti educativi. Le novità potranno migliorare, agevolare la situazione attuale, ma siamo dell’idea che saranno gli educatori a dover tenere saldamente in mano il controllo dei processi e marcare il confine.
Le chat di Whatsapp potranno essere un nuovo luogo di relazione educativa, ma gli elementi della relazione saranno gli stessi.
ASIMMETRIA
Chi educa ha una superiorità di status, ma congiuntamente una maggior responsabilità, consapevo-lezza ed esperienza.
Con le chat il fraintendimento di ruoli potrà essere semplice e immediato; toccherà a noi educatori condurre e definire i confini nel digitale.
Giocheremo con i ragazzi, li ascolteremo con sensibilità e vicinanza, ma non dovremo mai essere scambiati per amici in chat e su qualsiasi piattaforma.
INTENZIONALITA’
Come ogni estate, anche quest’anno le nostre attività implicheranno sempre un’intenzionalità orien-tata verso determinati fini e sorretta da valori.
Anche la chat nascerà con uno scopo ben preciso e a quello si dovrà attenere. La chat sarà uno spa-zio di condivisione e conoscenza reciproca, ma pensiamo che dovrà essere funzionale allo scopo per cui è stata creata. Più le questioni saranno pertinenti più sarà facile gestire la chat.
RECIPROCITA’
Agendo, chi educa è a sua volta educato.
La relazione educativa si fonda su una reciproca dipendenza e si mantiene viva solo grazie all’instaurarsi di una reale collaborazione. La chat sarà un nuovo mondo che non indicherà l’universo di riferimento di nessuno dei due protagonisti - educatore e ragazzi - ma sarà uno spazio di condivisione del gruppo creato. Il modus operandi della chat andrà quindi creato in condivisione con il gruppo. Quindi, ragazzi come ci organizziamo?
CONTINUITA’
Cosa abbiamo fatto? Cosa possiamo fare? Andrà sicuramente meglio... !
Sarà nostro compito ricordare e fare memoria nelle chat della storia relazionale
che stiamo costruendo. In qualità di educatori, anche all’interno delle chat, dovremo prendere in ca-rico il percorso, dove c’è un prima e un dopo.
“Ieri è andata male, ma credo che oggi potremmo trovare una soluzione” “Anche se ieri mi sono ar-rabbiato non vuol dire che adesso non potete più parlare”
“Rispetto a settimana scorsa siamo molto migliorati, vi ricordate quando non siamo riusciti...”
Anche se a distanza, bisognerà dare valore a ciò che emerge nel gruppo e prendersi cura della storia relazionale.