Se pensiamo alle esperienze raccolte in questo periodo, abbiamo spunti per riflettere e per immaginare in modo più preciso l’operatività di questa estate. Quello che abbiamo riscontrato noi educatori, lavorando a distanza con alcuni nostri adolescenti, è che da una parte, lavorare online significa essere più efficienti e produttivi, dall’altra collaborare a distanza è decisamente diverso. Scrollando semplicemente la nostra gallery fotografica possiamo trovare una marea di foto, screenshot, condivisioni di schermi, materiali e link, indice di quanto sia importante confrontarsi con i propri collabo-ratori.
Gli anni scorsi, poco prima dell’inizio delle attività estive, gli animatori erano chiamati a ricevere e impegnarsi nella formazione dedicata e pensata ad hoc proprio per loro. Quest’estate, anche se probabilmente in una modalità differente, tale avvio non dovrà certo mancare. Anzi, la formazione potrebbe richiedere maggior attenzione, impegno e responsabilità da parte degli
animatori in quanto la gravità della situazione è totalmente diversa dagli scorsi anni e non è permesso sbagliare. Perché in gioco c’è la nostra salute.
Per questa ragione, ipotizziamo una formazione online, caratterizzata da una serie di video, accompagnata da incontri di supporto, supervisione e confronto da parte dei coordinatori.
Immaginiamo incontri periodici che, sotto la guida di un persona che fa da punto di riferimento, siano caratterizzati dalla visione dei video di formazione insieme, da uno spazio di confronto sul tema, dalla possibilità di fare domande e dalla suddivisione finale di compiti.
Per rendere una collaborazione produttiva e costante, abbiamo sperimentato che i gruppi di lavoro potrebbero utilizzare diversi mezzi:
- una piattaforma per gli incontri a distanza (per esempio zoom),
- uno spazio condiviso su drive (dove poter organizzare i materiali)
- un gruppo whatsapp per le comunicazioni veloci.
Come accadeva le estati scorse, per ogni incontro online, immaginiamo lo stesso iter.
QUALE FORMAZIONE?
Gli adolescenti non sono educatori "fatti e finiti". Crediamo che in realtà la vera formazione sia l'e-state ragazzi stessa... Un appuntamento per loro in cui si scopre insieme la bellezza del mettersi al servizio. Chiedere ad un adolescente di mettersi in gioco è il più grande regalo che gli si può fare e loro non chiedono altro che un'occasione per potersi esprimere e sperimentare.
Per questo il percorso formativo a nostro avviso dovrebbe avere come primo obbiettivo quello di costruire le premesse perché si possa rileggere l'esperienza che faranno durante il mese estivo. L'or-ganizzazione e le regole sono fondamentali per la riuscita del progetto, ma crediamo fortemente che lo sia ancora di più la possibilità di creare un dialogo onesto con gli adolescenti.
Essere un educatore responsabile non può essere una richiesta che facciamo ai nostri ragazzi.
A fatica, anche noi adulti, cerchiamo di capire cosa sia educativo e come gestire i ragazzi che ci vengono affidati.
Questo non significa, non chiedere impegno e serietà, ma chiederne in misura la possibile. Non tutti i gli adolescenti sono pronti per gli stessi compiti. Ognuno ha una talento che va scoperto valorizza-to. Piccoli impegni operativi, costanti, chiari. Cose da fare, compiti operativi.
La formazione servirà quindi per assegnare i compiti e nello stesso momento per indicare lo stile re-lazionale che si chiede di maturare durante questa estate. Si può chiedere di fare l'arbitro, recitare una storia, costruire un castello di carte, rispettare poche semplici regole di convivenza e organizza-tive. Tutte queste azioni semplici chiedono, in presenza dei bambini, la condivisione di uno stile, una sensibilità, un modo di fare che si può apprendere solo nell'esperienza. Il confronto e la rilettura di ciò che succede durante l'estate ragazzi sono la vera formazione degli animatori.
Approfittiamo quindi dei momenti di formazione per coinvolgere e chiedere ai nostri animatori di dire la loro e di darci nuove idee pronti a valorizzare ogni spinta che va oltre all'adempimento dei compiti assegnati. Come diciamo spesso: non chiediamo idee e pareri se abbiamo già deciso cosa fare e non chiediamo se non vogliamo davvero sapere.