Si è svolta il 26 e 27 gennaio la Fiera dei Cammini, la due giorni di formazione dedicata ai pellegrinaggi che intraprenderanno i giovani italiani ad agosto per poi raggiungere Roma e incontrare Papa Francesco in vista del Sinodo dei Giovani.
La prima a raccontare la sua esperienza, Emma Morosini,
pellegrina di 94 anni che ha percorso 37mila km a piedi negli ultimi 25 anni. La sua seconda vita è iniziata nel 1992 su una barella mentre veniva portata d’urgenza in sala operatoria per una peritonite perforante: fa il voto alla Madonna che se fosse sopravvissuta («i medici sono stati molto sinceri: “Emma, faremo il possibile, ma sarà dura farcela”, racconta nel libro, scritto insieme ad Andrea Ligabue), sarebbe andata a Lourdes a piedi. Dopo essere guarita ha mantenuto fede alla promessa, è andata a Lourdes percorrendo 1.350 chilometri a piedi in undici giorni. E' partita con due mele, due panini, un po’ di pane secco e una bottiglia d’acqua. Poi in borsa un cambio biancheria e un ombrello. Molti si sono chiesti come abbia potuto sopravvivere, ma lei senza scomporsi ha risposto: con l'aiuto della Provvidenza. Come darle torto...
A riprendere le fila dei cammini in Italia, Paolo Piacentini del Mibact, presidente della FederTrek, anche lui camminatore d'esperienza. La Chiesa e il mondo più laico si incontreranno per strada ad agosto. "Il camminare è un gesto che aiuta a riconnettersi con il mondo - ha detto Piacentini. "Anche la città è un paesaggio storico e spirituale. Anche in città c'è la natura, ma siamo troppo abituati a chiuderci nelle auto". L'esperienza di agosto è un momento importante che può addirittura abbattere muri. "Camminare cambia l'uomo perché è il gesto più naturale che ci riconnette con l'aspetto più primitivo dell'essere umano".
A chiudere la prima giornata, il vescovo Paolo Giulietti, che ha provato a definire il pellegrinaggio, a partire dal tentativo di cambiare qualcosa a partire da se stessi. Non tutti i cammini sono uguali e il tipo di cammino che si decide di percorrere è fondamentale per capire cosa si sarà in grado di ottenere. "Ci accingiamo a preparare un cammino piuttosto breve con i nostri ragazzi ed è su questo che vanno pensate le modalità di azione". Sono molte le possibilità: le vie antiche di pellegrinaggio (come la francigena), le vie nuove della fede (per esempio quelle nate attorno alla figura di un santo che spesso non hanno tradizione) e poi le esperienze fai da te (ovvero le esperienze che si costruiscono rispetto a interessi specifici e con tappe più personalizzate). Poi ci sono i cammini da evitare, quelli che non hanno né capo né coda, quelli troppo corti. Bisogna allora documentarsi e farsi aiutare da persone che ne sanno più di noi. Ma come accade il cambiamento? Mons. Giulietti cita sette ingredienti: il distacco (entrare in uno spazio diverso da quello del quotidiano), la fatica (una prova che fa parte dell'esperienza e tira fuori il peggio ma anche il meglio di ognuno), la solitudine (è indispensabile restare soli con se stessi), gli altri (nel cammino ci si accorge di avere bisogno degli altri che diventano presenza amica), la meraviglia (finalmente c'è il tempo per guardare con stupore), la tradizione (si cammina nel solco di una tradizione che diventa partecipi), la preghiera (ogni cammino veicola un messaggio religioso e il riferimento al mistero, bisogna aiutare i giovani a riconoscere la presenza di Dio nella vita).
Il video della prima parte della giornata (26/01/2018)
Il video della seconda parte della giornata (26/01/2018)