SERVIZIO NAZIONALE PER LA PASTORALE GIOVANILE
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Cura educativa:cercasi alleanze verso la missione

Il servizio regionale di pastorale giovanile della Conferenza Episcopale Sarda organizza nei giorni 29 e 30 marzo un convegno regionale sul tema della cura educativa. L'incontro è rivolto a educatori e insegnanti.
17 Marzo 2014

“Che cosa è mai l'uomo perché di lui ti ricordi, il figlio dell'uomo, perché te ne
curi?”(cfr. Salmo 8,5), “Passandogli accanto, lo vide e ne ebbe compassione. Gli si
fece vicino, gli fasciò le ferite e si prese cura di lui” (cfr. Lc 10,33-34).

Prendersi cura è una espressione carica di risonanze bibliche. Siamo capaci di applicare al lavoro e all’impegno con i giovani il prendersi cura di Dio nei confronti di ogni uomo?
Sulla base di questo interrogativo e sulla scia del Convegno Nazionale di Pastorale Giovanile di Genova, nasce il tema di questo secondo appuntamento regionale. La cura educativa è l’esperienza che ciascuno di noi può fare quando non ha paura di aprirsi e di fare spazio all’altro diventando capace di attenzione, di ascolto, di condivisione, di presa in carico… di cura appunto! È anche sentirsi chiamati a pensare, a metterci in rete, a trovare insieme strategie di ascolto e di incontro, ponendo sempre al centro la persona. Abbiamo la responsabilità di accogliere una storia e di metterci in relazione con essa senza scandalizzarci e senza troppi
schemi precostituiti.
Nel cuore di ogni ragazzo e ragazza c’è un terreno pronto ad accogliere un seme che ciascuno di noi ha la responsabilità di gettare, con la consapevolezza che sarà Dio a farlo germogliare e a farlo crescere (cfr. 1Cor 3,6-9). La giovinezza è questo
campo, vero “campus fidei”, per utilizzare l’espressione di Papa Francesco alla GMG di Rio. E mentre operiamo questa semina, dobbiamo essere capaci di collaborare e fare alleanza tra noi e con tutti coloro che, per missione o per professione, hanno a cuore la crescita dei giovani. Solo mettendoci in rete, stimandoci e incoraggiandoci a vicenda, condividendo metodi e strumenti di lavoro,
possiamo diventare veri “collaboratori di Dio” (1Cor 3,9) nell’instancabile opera di prendersi cura del sogno e del desiderio di felicità posto nel cuore di ogni giovane.
Abbiamo tutti una grande responsabilità. I ragazzi cercano rapporti autentici e totalitari. Solo attraverso una sana relazione, espressione di una sincera passione educativa, può passare la testimonianza vitale di un vivere secondo il Vangelo.
Dobbiamo diventare capaci di prossimità, “testimoni della verità, della bellezza, del bene”.