“Rimanere in Gesù conforma a Gesù, rende partecipi dei suoi stessi sentimenti, abilita ad avere il pensiero di Cristo, rende capaci di compiere le sue opere – spiega ai giovani Mons. Mario Delpini, Vescovo ausiliare di Milano – di guardare come guarda Gesù, di sentire una precisa responsabilità”, che porta a farsi carico degli altri.
Questa missione – aggiunge il Vescovo – non può lasciarsi spegnare dalla consapevolezza della propria povertà: “Siamo inadeguati: non solo per il numero, non solo per la preparazione, ma anche perché non siamo abbastanza uniti, né abbastanza disponibili, né abbastanza coraggiosi. Tuttavia, la constatazione dell'inadeguatezza è un appello, l'invito a una sorta di affidamento più coraggioso, libero, semplice”.
Per “la missione è un'obbedienza, piuttosto che una iniziativa”; all’origine vi sta “la rinnovata fiducia di Gesù per discepoli piuttosto inaffidabili”.
Alla sua scuola si impara lo «stile» della missione e si capisce che essa “non è una impresa solitaria: la storia della missione è la storia del Regno che si rende presente da un insieme”.