"Mi è subito piaciuto il titolo 'Il cantiere e le stelle' che avete voluto dare a questo vostro convegno - ha detto ieri sera Mons. Nunzio Galantino, segretario generale della CEI che ha presieduto la veglia in cattedrale a Trani.
"L'immagine del cantiere rimanda al lavoro, all'operosità, a un ambiente nel quale non mancano punti di riferimento - ha detto il Vescovo -, direzioni, progettualità. Dice di un percorso possibile e, soprattutto, condiviso, quindi capace di generare uno stile e un metodo che abbiano punti in comune.
Inutile dire che non c'è alternativa a questo modo di procedere".
"È davvero finito il tempo ammesso che ci sia mai stato in cui muoversi da soli, al di fuori di un orizzonte comune e di una progettualità". E cita Maria, Mons. Galantino, cita la Visitazione, scelta come icona del convegno.
"Maria aveva i suoi progetti e la sua vita: fidarsi di Dio ha significato, innanzitutto, essere disposta a metterli in gioco in modo nuovo. Il suo fidarsi di Dio è risposta alla fiducia che Dio ha posto in lei; il suo "sì" è preceduto dal "sì" di Dio. È il mistero che accompagna ogni vocazione, al sacerdozio, alla vita consacrata come a quella coniugale: chi l'ha sperimentata sa la necessità di poterla condividere con qualcuno, che non giudichi, ma ascolti e accompagni. A maggior ragione Maria ha bisogno di trovarsi con qualcuno che capisca; intuisce che Elisabetta è la persona più indicata.
Va quindi da lei, sì per offrirle un aiuto, ma anche per riceverlo: e quant'è bello pensare a questa disponibilità interiore a farselo dare per permettere che un altro, con la sua esperienza e il suo affetto, possa illuminare quanto accade in lei. Ritorna il discorso fatto poco fa: nessuno progredisce da solo, far spazio all'altro significa ricevere una luce nuova e diversa su ciò che siamo, sulle nostre intenzioni e sulle nostre disposizioni. Il cammino stesso, a quel punto, assume un altro ritmo e si trova anche la forza e la modalità per fermarsi ("Rimase con lei circa tre mesi
")".
"Maria si era fidata della Parola, si era raccolta in un "si compia in me" in cui aveva racchiuso la propria vita: ora questo abbandono fiducioso, che ha generato in lei un modo di essere e di vivere, le viene riconosciuto".