"Oggi accettare il compito educativo significa ? anche ? incontrare una fragilità che appare sempre più pervasiva, dilagante e angosciosa". Cosi Mons. Nunzio Galantino nella omelia della celebrazione eucaristica che ha chiuso i lavori della prima giornata del convegno di Pastorale Giovanile "La cura e l'attesa", nella parrocchia del Corpus Domini a Bologna.
"Non vogliamo certo essere pessimisti e pensare l?educazione solo in termini drammatici - ha ammonito il Segretario della CEI - ma non vogliamo nemmeno essere ingenui e chiudere gli occhi sulle fatiche di crescere oggi. Trasformare la fragilità dei giovani in ?luogo teologico? di annuncio della salvezza è forse la sfida più grande che abbiamo".
"Quante volte mi è capitato di sentire (anche quando ero parroco) le lamentele di chi avrebbe voluto incontrare solo ragazzi e giovani già formati, pienamente inseriti in una vita di fede. La più classica delle espressioni è quella di chi si lamenta così: ?Non sanno fare nemmeno il segno della croce?.
"Una ?chiesa in uscita? - ha continuato - non è quella che nei confronti dei giovani va chissà dove, ma è quella che si rifiuta di creare isole di ?duri e puri? che ce la fanno anche in mezzo a mille guai. ?Chiesa in uscita? è quella che sa essere grembo accogliente, che rigenera proprio là dove la vita è già compromessa dal peccato, dalla stanchezza e dalla sfiducia. La prima preghiera che questa sera deve salire dal cuore di ciascuno di noi, dunque, è che il Signore ci doni di essere segno di ascolto profondo, di avere un cuore pieno di compassione per le fatiche a cui va incontro ogni figlio di questo mondo nello sforzo di crescere e diventare grande".
E infine, concludendo, Mons. Galantino ha detto: "questa sera vorrei chiedervi proprio questo a nome della Chiesa italiana: siate persone che vivono la cura nei confronti dei giovani come un?esperienza di fede pasquale. Soltanto se riuscirete a guardare al vostro compito con la speranza nella vita e con gli occhi del Risorto, ne sarete testimoni credibili; guardando ai vostri giovani con gli occhi di Gesù".