In apertura del convegno, don Michele Falabretti, responsabile del Servizio nazionale di Pastorale giovanile, ha dato il benvenuto agli ospiti delineando brevemente il senso del convegno. "Questo vuole essere un convegno dell'incontro – ha detto – per cui chiedo a tutti di essere curiosi gli uni verso gli altri".
"Il tema di questi giorni lo scopriremo viaggiando", ha aggiunto don Michele, spiegando brevemente il percorso che ha portato al convegno di Brindisi. In quest'ottica, ha sottolineato che nessuno è chiamato a "rifare la pastorale giovanile in Italia che c'è già da anni, ma tutti abbiamo bisogno di tornare a quell'invito di 20 anni fa in cui veniva chiesto alla pastorale giovanile di essere organica, intelligente e coraggiosa. Abbiamo già cominciato a essere così – ha detto don Michele -, ma vorrei dire a tutti che nessuno ci ha mai chiesto di smettere".
E ha poi concluso: "Il compito di prenderci cura degli altri ci chiede in continuazione di tenere sveglia l'intelligenza e di avere sempre coraggio".
"Niente ricette, ma sarebbe bello uscire di qui soprattutto pensando che i nostri problemi non sono solo problemi, ma delle sfide, delle possibilità date a ciascuno di noi per esprimere la nostra fede per il Signore e per l'uomo".