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Parte proprio dal carcere minorile di Nisida il pellegrinaggio delle due immagini della Gmg nella diocesi di Pozzuoli e arriva ad alcuni giovani nigeriani scampati al recente naufragio di Lampedusa. Un modo per portare alla GMG di Cracovia anche chi non potrà esserci fisicamente.
Domenica 3 maggio le icone sono state portate da un gruppo di giovani della diocesi, nel penitenziario minorile di Nisida, dove sono state esposte nel corso dellEucarestia celebrata insieme agli ospiti della casa circondariale. Il tutto per sottolineare che i ragazzi di Nisida, a dispetto degli errori commessi in giovanissima età, non vanno ghettizzati ma resi partecipi delle tappe di avvicinamento a Cracovia, dove tutta la gioventù mondiale sarà riunita. Un modo per testimoniare la loro appartenenza al mondo giovanile. E, proprio in quel luogo di sofferenza, la presenza fisica della Madonna e del Crocifisso sono stati un messaggio concreto di speranza e della misericordia infinita di Dio perché, come anche Papa Francesco ha detto il primo santo era un ladro.
Allindomani il Crocifisso di San Damiano e la statua hanno fatto tappa nella cattedrale di Pozzuoli. Per loccasione i giovani hanno organizzato un momento di preghiera, alla presenza del vescovo Mons. Gennaro Pascarella, recitando il Santo Rosario. La scelta, trovandoci in tempo di Pasqua, è caduta sui Misteri della Luce: ognuno di esso associato a cinque storie di martiri cristiani contemporanei. Internet e tv ci riempiono di notizie di tragedie: cristiani uccisi per la loro fede e naufragi nel canale di Sicilia sono diventati tristemente routine. E, così, alla presenza di queste due icone, si è voluto pregare per questi nostri fratelli perché non si disperdano nel continuo vortice di notizie ma restino nei cuori e nelle preghiere. La morte di oltre 900 migranti dello scorso 19 aprile, il 14enne pakistano bruciato vivo dai suoi amici perché cristiano, i 21 coopti sgozzati dallIsis in Libia, gli attacchi dei talebani alle chiese di Lahore in Pakistan e i cristiani nigeriani perseguitati da Boko Haram, queste le cinque storie di martirio per le quali si è pregato affinché, usando parole del Papa, si ponga un freno alla globalizzazione dellindifferenza. E la provvidenza ha fatto, ancora una volta, il suo corso. Alla veglia di preghiera, infatti, erano presenti 9 giovani nigeriani scampati proprio al recente naufragio di Lampedusa e smistati a Pozzuoli dove, però, alcuni abitanti del posto hanno ben pensato di metterli in fuga con vergognosi atti intimidatori costringendoli ad abbandonare le strutture dellAssociazione accreditata alla loro accoglienza. Ma il 4 maggio sera i giovani puteolani hanno manifestato tutta la loro vicinanza e accoglienza a questi fratelli testimoni del dramma dei migranti ma, soprattutto, esempi di fede. I giovani africani, infatti, non appena arrivati a Pozzuoli, come prima esigenza, hanno chiesto non cibo non vestiario od altro ma una Bibbia in lingua inglese. Desiderio esaudito dalla Pastorale Giovanile diocesana, con la Sacra Scrittura consegnata loro dai ragazzi puteolani nel toccante momento di chiusura della veglia di preghiera al cospetto della Madonna di Loreto e del Crocifisso di San Damiano. Due giorni ricchi di testimonianze e preghiera: un ottimo viatico per proseguire nellavvicinamento a Cracovia 2016 (don Mario Russo).