Papa Francesco colpisce i giovani per il suo carisma e lo stile amorevole e sobrio. Ha colpito Giacomo, un pellegrino di Roma di appena 18 anni, che già si pone domande importanti. “In questa Gmg cerco un’illuminazione per la mia vita – racconta – e sono venuto perché reputo il Papa la persona migliore per indirizzarci, per dare una risposta e questa ricerca”. Oppure Cristina, di 33 anni, che ammette “da lui, questa sera alla veglia vorrei un incoraggiamento per le mie sofferenze. Una direzione per la mia vita”.
Le storie, i desideri, le aspettative dei ragazzi partiti per questa Gmg si intrecciano, si affiancano e a volte prendono direzioni inaspettate. Come chi è arrivato a Rio senza averlo programmato. “È la mia prima Gmg – rivela Erika, 18 anni, di Scicli (RG) – e sono qui perché ho vinto il biglietto nella mia Diocesi. Da quel momento l’ho sentita come una chiamata, perché nulla è casuale”. Parole di fede, che lasciano trapelare la convinzione di essere nel posto giusto al momento giusto. “Mi aspetto che il Papa ci dia lo spunto per riappropriarci di noi stessi – confida – spero che le sue parole siano il trampolino di lancio per staccarci dalla monotonia quotidiana e ritornare all’intimo di noi stessi, alla nostra spiritualità”.
Alla domanda: “ti piace Papa Francesco?”, Erika risponde senza indugio: “è in grado di suscitare in me forti emozioni. A volte mi chiedo dove prenda le parole che pronuncia perché mi colpiscono sempre. È come un padre che si prende cura dei suoi figli”.
C’è anche chi scopre una dimensione nuova, come Simone di 21 anni che racconta come l’ascolto del Vangelo in portoghese gli abbia aperto il cuore e la mente. “Mi sono sentito, per la prima volta, Chiesa davvero”. Di Papa Francesco ammira la semplicità, “è quella richiesta al prete delle nostre parrocchie, rispecchia l’umiltà del sacerdote che non pronuncia solo grandi discorsi teologici, ma entra nella vita concreta, nel vissuto quotidiano della gente”.
“Francesco è ciò che serviva oggi alla Chiesa”, afferma Noemi, 21 anni, di Roma. “Tutti avevamo bisogno di lui”. L’aspettativa è alta perché i giovani non si accontentano facilmente, cercano esperienze forti. “Mi aspetto un messaggio semplice e fondamentale: l’annuncio che Cristo è risorto per me e per tutti”. Siamo nel cuore del messaggio cristiano. Il Kerigma che rinnova la fede dei credenti e dispone all’ascolto i non credenti. Su questo non ha dubbi Raffaella, 42 anni, “vado alla veglia senza un’aspettativa precisa di cosa potrà dire Papa Francesco, ma di una cosa son convinta: che parla in nome di Gesù”.
C’è anche chi ricorda Giovanni Paolo II, come Cristiana di 21 anni. “Ho avuto la sensazione che Francesco sia molto simile a Giovanni Paolo II. La sua capacità comunicativa è unica”. Per questo alla veglia si aspetta “soprattutto una parola di misericordia e di speranza”. “Finora – aggiunge – quello che il Signore ha fatto, è al di là di ogni aspettativa”.
Una parola di speranza la vorrebbe anche Nicholas, 21 anni di Guardiagrele (CH), “per avere la forza di non distogliere lo guardo dal Crocifisso”, confida. Su Papa Francesco ha le idee chiare. “Sta rompendo molti schemi perché si pone in modo nuovo”. Ricorda la cerimonia d’apertura, “quando il Papa ha preso con semplicità un bicchiere d’acqua che gli ha dato un pellegrino”, al fatto che “saluta la gente con il pollice in alto”. Ma soprattutto “ci sta risvegliando la coscienza, mobilitando i cristiani assopiti. Questo significa essere Chiesa, significa essere comunione”.
Anche Andrea, 20 anni, parla di Papa Francesco come di colui che “smuove i cuori”. “È il Papa della gente – afferma – e soprattutto è il Papa dei lontani”. È “colui che ha raccolto l’eredità di Benedetto XVI, un’eredità d’amore”. “In fondo – conclude Andrea – da questa sera mi aspetto solo una cosa: che il Signore passi”.