SERVIZIO NAZIONALE PER LA PASTORALE GIOVANILE
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Il titolo

Obiettivo del convegno è capire il ruolo centrale della figura dell'educatore che non si 'auto genera', ma si costruisce attraverso un sistema educativo integrato a più voci. Far l'animatore ed essere educatori sono due momenti diversi, un passaggio che non deve essere sottovalutato. Se l’immagine del Buon Pastore istruisce lo stile cristiano, e quindi fraterno, […]
30 Gennaio 2017

Obiettivo del convegno è capire il ruolo centrale della figura dell'educatore che non si 'auto genera', ma si costruisce attraverso un sistema educativo integrato a più voci. Far l'animatore ed essere educatori sono due momenti diversi, un passaggio che non deve essere sottovalutato.

Se l’immagine del Buon Pastore istruisce lo stile cristiano, e quindi fraterno, dell’essere buoni educatori, il racconto del seminatore che esce (Mc 4,3), che compie un’azione pratica, ponderata, abbondante e che poi affida e aspetta (Mc 4,27), è la descrizione dell’agire educativo.

C’è bisogno di una sapienza condivisa e diffusa di buone pratiche educative. Ne ha bisogno l’umanità a ogni nuova generazione che nasce e cresce, ne ha bisogno il nostro tempo che nell’ubriacatura del supertecnologico e nella distanza del troppo relativo perde i saperi basilari del custodire e del far diventare grandi.

Il buon educatore è colui che non solo conosce e fa propri i principi della pedagogia applicata, ma è anche colui che costruisce e fa memoria di una buona prassi. Questo sapere pratico è il vero tesoro da condividere e da far crescere insieme a tutti coloro che condividono la stessa passione per i più giovani. Ricordandoci che sapere pratico non significa, necessariamente un’azione attiva, ma può essere l’incoraggiamento di una vecchia nonna che, non potendosi muovere, sostiene con la sola voce il nipotino, gradino dopo gradino, a salire in soffitta a prendere delle mele da solo.