Mons. Mariano Crociata, Segretario generale della CEI, nella sua riflessione ai giovani muove da questo dinamismo creaturale, “molla fondamentale della vita umana”, riconoscendo quanto sia esposto a “una delusione insuperabile, quando si scontra con lo scacco e con l’insuccesso, con la vanificazione dell’attesa; per non dire della frustrazione estrema prodotta dall’esperienza della morte, ma anche della malattia e del dolore – particolarmente quello innocente –, dell’ingiustizia, della malvagità”.
È la fede cristiana – spiega il vescovo – a svelare la verità della speranza umana, offrendole “un contenuto e un orizzonte che ne capovolge l’inesorabile condanna alla frustrazione e al fallimento”. L’annuncio che “in Gesù Cristo, la morte è stata vinta definitivamente dalla potenza della risurrezione” significa che “tutto quanto ha costituito e continua a essere motivo di delusione e di fallimento per le speranze umane non ha più l’ultima parola”.
Dalla speranza, conclude Mons. Crociata, il credente attinge quella “pazienza”, che è “capacità di resistere e di attendere lottando”; infine, è proprio questa speranza a rendere possibile “una diversa solidarietà”.