Anche le Pastorali giovanili di molte diocesi, soprattutto dell’Italia del Nord, devono fare i conti in questo periodo con le restrizioni imposte dall’emergenza coronavirus. Il divieto di organizzare eventi di gruppo imposto in molte regioni sta costringendo a una revisione dei programmi riguardanti soprattutto gli incontri di i- nizio Quaresima. Ma ovviamente a chi si occupa di giovani e ragazzi l’inventiva non manca e nessuno si è lasciato scoraggiare. Le alternative sono nate ovunque e hanno trovato spazio soprattutto all’interno dei canali social sul web.
Chi si è inventato una serie di video da postare su Facebook, chi ha deciso di sfidare gli stessi giovani a diventare protagonisti della riflessione online, chi ha optato per un canale Telegram. Da Pompei, poi, arrivano i messaggi di «God morning», iniziativa ormai consolidata ma che di fatto quest’anno diventa ancora più preziosa. E anche chi opta per la più 'classica' serie di incontri quaresimali, come Roma, lo fa con uno sguardo attento a quello che sta succedendo. Così la meditazione sul tema dell’amore con un noto scrittore e pedagogista come Nembrini diventa occasione anche per riflettere sulle nostre fragilità e paure. (Matteo Liut @Avvenire, 4 marzo 2020)
PIACENZA-BOBBIO
Una parola e un video che girano su internet Per tenersi in contatto ai tempi della quarantena
«Quaresima in quarantena »: anche nella diocesi di Piacenza-Bobbio l’emergenza coronavirus ha sospeso le attività di oratorio. A Fiorenzuola il programma per i ragazzi dalla terza media in su rischiava di saltare. E, in un paese deserto per la paura del contagio, si rischiava di non vederli per un po’. «Gli educatori mi hanno proposto di usare i social per raggiungerli. Sono venute fuori un sacco di idee: ha prevalso quella della preghiera da postare al mattino, al suono delle campane, e del video di 90 secondi al pomeriggio », spiega don Alessandro Mazzoni, vicario parrocchiale nel capoluogo della Val d’Arda e responsabile del Servizio diocesano per la pastorale giovanile. Ogni giorno si parte da una parolachiave che evoca l’esperienza che i ragazzi stanno vivendo: paura, contatto, noia, amici... A turno, un educatore e don Alessandro commentano un passo del Vangelo e lanciano una provocazione. I video girano sui gruppi WhatsApp e sulle pagine Facebook e Instagram dell’oratorio. La curiosità? «Abbiamo 300 visualizzazioni al giorno, molte da parte di 20-30enni non legati al nostro percorso », dice don Alessandro. Che precisa subito: «Appena potremo riaprire l’oratorio, torneremo alla normale attività: come abbiamo spiegato nel video- promo dell’iniziativa, la community non sostituisce la comunità». (Barbara Sartori, @Avvenire)
TORTONA
La riflessione di chi ci «mette la faccia» e che diventa nutrimento per gli altri
Condividere da giovane a giovane la ricchezza del Vangelo utilizzando i social. È l’idea della Pastorale giovanile della diocesi di Tortona che per il tempo di Quaresima ha scelto di coinvolgere quotidianamente un giovane del territorio per registrare un video-messaggio con una risonanza personale sul Vangelo del giorno. Sulla pagina Instagram e Facebook della Pastorale giovanile, e sul sito internet, ogni mattina viene postato un breve commento realizzato da un ragazzo.
Le ambientazioni sono le più diverse: c’è chi sceglie di registrare nella propria stanza di casa e chi in Università, altri condividono una risonanza dal luogo di lavoro o da un luogo aperto. La caratteristica più bella è una condivisione a cuore aperto di ciò che la Parola di Dio ha ispirato nel loro cuore, permettendo che quel nutrimento possa essere occasione di riflessione anche per altri. «È una proposta di preghiera e di ascolto quotidiano che sta coinvolgendo giovani dell’équipe di Pastorale giovanile, di oratori e dell’Azione cattolica – spiega l’incaricato diocesano don Cristiano Orezzi –. Avevamo pensato a quest’idea ancor prima dell’emergenza coronavirus, ma ora si è rivelata particolarmente efficace. Abbiamo scelto di “metterci la faccia”, costringendo i ragazzi a fermarsi per ascoltare la Parola, meditarla, e poi registrare il commento».
I video vengono condivisi anche sui gruppi Whatsapp e stanno avendo un ottimo riscontro di visualizzazioni. (Luca Sardella, @Avvenire)
CONCORDIA-PORDENONE
La preghiera viaggia su Telegram e aiuta anche nell’esame di coscienza
La preghiera quaresimale dei giovani di Concordia-Pordenone viaggia su Telegram. Sull’onda delle ordinanze per la situazione sanitaria, che hanno sospeso le celebrazioni liturgiche, questo social si sta rivelando, pur nella sua discrezione, un efficace strumento per «farsi vicini» ai giovani lungo il cammino verso la Pasqua e un modo easy per accompagnare questo tempo liturgico forte. «Avevamo attivato il nostro canale Telegram già nello scorso Avvento – racconta don Davide Brusadin, responsabile diocesano di Pastorale giovanile – ma era rimasto un po’ in sordina. Abbiamo pensato di implementarlo e di uscire allo scoperto in Quaresima, quest’anno davvero particolare. L’accompagnamento è il tema che guida la pastorale della nostra diocesi (la lettera pastorale «… e camminava con loro», ndr) e il miglior modo per farsi compagni di strada dei giovani è quello di utilizzare strumenti e linguaggi per loro quotidiani ed usuali. In una decina di giorni abbiamo raggiunto i 120 contatti totali, ma dietro a questi numeri c’è la scelta personale di fermarsi e lasciarsi accompagnare». Parlare ai giovani non significa, però, rinunciare al linguaggio proprio della Chiesa: «La ritualità è uno di questi – prosegue don Davide – e noi la decliniamo proponendo un appuntamento al mattino, con il Vangelo del giorno e le indicazioni per la preghiera, e uno alla sera con i suggerimenti per l’esame di coscienza». Una preghiera «a portata di clic» che rende comunitaria la preghiera personale. (Luisa Pozzar, @Avvenire)