“All’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva”.
Muove da questa citazione dell’enciclica Deus Caritas est, la catechesi di giovedì 25 luglio del Card. Giuseppe Betori ai giovani italiani riuniti a Rio.
“Sta qui la differenza di fondo tra una qualsiasi visione del mondo e l’esperienza della fede cristiana – ha spiegato l’Arcivescovo di Firenze –: ciò che rileva Papa Benedetto è anche ciò che distingue la fede del cristiano da una qualsiasi altra fede religiosa”.
Credere in incontrare Gesù, ha aggiunto, “riconoscere in lui l’evento che sta al centro della storia umana, accoglierlo come presenza nella nostra vita, entrare in dialogo con lui facendo interagire la nostra vita con la sua, assumere la sua esistenza come l’orientamento decisivo della nostra”.
Nella giornata dedicata all’essere discepoli, il Cardinale ha sottolineato che “andare con Lui, stare con Lui, seguirLo, è quanto Gesù chiede a coloro a cui egli si accosta chiamandoli”.
Oltre il primo entusiasmo, per il discepolo diventa decisivo sapersi “misurare con la radicalità della scelta proposta da Gesù”. La sua proposta, riconosce l’Arcivescovo, “va contro un modo di pensare diffuso, che spinge a ritenere che la nostra identità si rafforzi con l’affermazione e la crescita della nostra autonomia”, ma rimane “la vera strada per chi non vuole disperdersi dietro i sogni suoi e della mentalità dominante attorno a lui”.