Il percorso Libera il bene – Dal bene confiscato al bene comune promosso dall’associazione Libera, in collaborazione
con l’Ufficio Nazionale per i problemi sociali e il lavoro, il Servizio Nazionale di pastorale giovanile e Caritas italiana si
ispira ai principi della nota pastorale “Educare alla legalità” del 1991 e del documento “Per un Paese solidale. Chiesa italiana
e Mezzogiorno” del 2010 e rivolge l’attenzione all’impegno di tanti cittadini e giovani del nostro Paese.
L’utilizzo dei beni confiscati alla criminalità organizzata costituisce un’importante occasione di sviluppo sociale ed economico del territorio e un’opportunità per creare lavoro per i giovani. In particolare, il percorso ha l’obiettivo di promuovere interventi integrati in grado di combinare in maniera efficace e funzionale la promozione del valore della legalità e il sostegno alla coesione territoriale.
Oggi diverse diocesi, parrocchie, caritas diocesane, associazioni e cooperative utilizzano i beni confiscati alla criminalità organizzata per gli scopi di promozione educativa e culturale, di formazione e accoglienza, trasformando luoghi di violenza
e di morte in segni di vita nuova. L’utilizzo dei beni confiscati costituisce, inoltre, un’opportunità concreta di lavoro per i giovani, al fine di coniugare e integrare la dimensione economica con quella etica e sociale.
Il percorso intende continuare e dare forza all’opera di sensibilizzazione e supporto alla gestione dei beni confiscati alle mafie, per diffondere l’idea di una redistribuzione sociale delle risorse illecitamente sottratte alla collettività.
Si rivolge alle Diocesi alle quali si offrirà un sostegno nell’ottica della diffusione della cultura della legalità nell’ambito delle nostre chiese locali.