La Visitazione realizzata per la Pieve di Carmignano da Jacopo Carrucci (1494-1556), detto il Pontormo, segna il punto più alto dellattività dellartista.
Lincontro tra Maria ed Elisabetta occupa lintera scena. È lincontro, infatti, ciò che conta, è in esso che il mistero si consuma. Larchitettura sullo sfondo, arida e modernissima, crea unatmosfera sospesa e irrazionale, altra. Gli abiti delle due donne, dalle tinte forti e dissonanti, si richiamano e si respingono insieme. Gli sguardi, penetranti ed eloquenti, sincrociano in un attimo eterno. Elisabetta riconosce il Mistero che è in Maria. Qui, le due donne sono testimoni del Mistero, dentro a un mondo sordo alla voce di Dio, un mondo freddo e distaccato come la città che le accoglie.
Ecco, poi, due volti che si affacciano dietro labbraccio delle cugine e che disturbano, inquietano, interpellano losservatore. Altre due donne ci obbligano a prendere posizione a non fuggire dalla domanda sul Mistero. Possiamo ritrovare nei loro lineamenti gli stessi tratti delle due donne in scena. Sono Maria ed Elisabetta che con occhi mesti scrutano il futuro, scrutano le generazioni di credenti che le chiameranno, entrambe a diverso titolo, beate.
Pontormo ci aiuta così a vedere nellepisodio della Visitazione il kairos eterno, scritto nei cieli e sempre attuale in ogni epoca e in ogni tempo. In queste due donne e nei loro figli sincontra Dio e luomo, la solidità della tradizione e lassoluta novità del Vangelo.
Lintimità di questo incontro così alto è volutamente violata dalla presenza delle due figure frontali: siamo chiamati tutti alla beatitudine della fede che esse hanno meritato, siamo chiamati ad essere testimoni del loro medesimo mistero. A noi la risposta, a noi di accendere la luce del già di Dio nelloscuro non-ancora delle città degli uomini.
(Sr. Maria Gloria Riva, in Cultura cattolica.it)