I ragazzi sono tutti buoni. Poi, come Pinocchio, incontrano un Lucignolo sulla strada e si lasciano trasportare. E' per questo che è necessario stargli accanto e scommettere su di loro. Suor Carolina Iavazzo ogni giorno nel suo lavoro parte proprio da qui. E, a Genova, ha voluto condividere le sue speranze, ma anche le sue fatiche con chi si occupa di giovani.
Gli adolescenti sono fragili ed è per questo che hanno bisogno di qualcuno accanto che scommetta su di loro prima che si perdano. "Noi cerchiamo di volergli bene" - dice la Iavazzo, la suora che è stato accanto a padre Pino Puglisi fino alla fine. "Padre Pino diceva che con i ragazzi bisogna puntare a mille perchè se punti a 100 un ragazzo ti da 10, se a mille ti da 100".
Suor Carolina e suor Francesca lavorano nella fraternità del Buon Samaritano e cercano ogni giorno di curare le ferite fisiche, ma soprattutto spirituali dei più giovani, che sono quelle più profonde che hanno bisogno di amore e tanta verità. Verità che ci viene dal vangelo.
"Noi li facciamo pregare - dice suor Carolina - e c'è chi ride, chi non è abituato a farlo. Noi aspettiamo e diciamo la verità e poi un giorno sono loro a chiederci di pregare". "Oggi si ha paura di essere forti con i ragazzi - continua suor Carolina - mentre i giovani hanno bisogno di regole. Serve anche un po' di pane duro. A volte si ha paura di perderli così, invece si perdono proprio quando si offrono realtà superficiali. Tanti ragazzi tosti, quando li abbiamo puniti, ci hanno minacciato, ma alla fine non hanno fatto niente perchè sentono che c'è amore dietro a quella punizione. Gridano, si arrabbiano, ma poi ritornano perchè in quella punizione c'è l'educazione". Questo è educare.