In preparazione al convegno di Genova, molte diocesi hanno voluto condividere alcune loro riflessioni sul tema della cura educativa. Qual è il ritratto dei giovani a cui ci rivolgiamo? Cosa chiedono alla pastorale giovanile? Come deve essere un buon educatore?
Proposte concrete per la diocesi di Bergamo
Esperienza è la parola chiave individuata dalla diocesi di Bergamo rispetto alla riflessione sui giovani. Esperienza come possibilità di sperimentarsi, di vivere e di mettersi in gioco; come esigenza di riempire il tempo. Da qui il bisogno di proposte concrete e vere fatte da un educatore di riferimento insieme al gruppo, alla comunità che li sostiene. È importante conquistare la loro fiducia, ascoltarli, esserci e camminare accanto a loro. Un impegno che richiede tempo.
Faenza: giovani ‘surgelati’ in attesa che qualcuno li scuota
‘Sono buoni se li scongeli’. Parte da questa provocazione, la riflessione della diocesi di Faenza-Modigliana. I giovani hanno bisogno di qualcuno che li scuota, che gli apra la strada. Soprattutto quelli che si trovano al di fuori degli ambienti parrocchiali e a cui difficilmente si riesce a d arrivare perché presi dalla pastorale ordinaria. I giovani chiedono ascolto, coerenza e luoghi in cui potersi esprimere. Chiedono educatori che si mettano in gioco e che condividano con loro pezzi di vita.
La diocesi di Trivento preoccupata per la chiusura dei giovani
Le condizioni lavorative precarie, il territorio con pochi collegamenti, gli stimoli esterni ridotti al minimo rendono i giovani della diocesi di Trivento chiusi e pessimisti. I giovani hanno bisogno di nuove strategie e di testimoni credibili da seguire e attraverso cui vivere una vita cristiana autentica. L’educatore? Una persona che si spenda totalmente per loro.
Giovani interessati alla vita per Fossano
L'interesse alla vita è una caratteristica che è possibile riconoscere quando già è stato fatto con i giovani un percorso, quando gli animatori sono riusciti a prendersi cura dei ragazzi e accompagnarli nel porsi domande e condividere le loro questioni vitali.
Proposte anti-noia per la diocesi di Manfredonia-Vieste-S. Giovanni Rotondo
I giovani e gli adolescenti sono entusiasti nei confronti di una proposta che li coinvolge, soprattutto se fatta loro da educatori motivati e contagiosi, capaci di conservare in loro l’entusiasmo iniziale. La proposta deve presentarsi avvincente sia nella forma che nei contenuti, altrimenti la noia prevale in loro.
Diocesi di Pitigliano: una pastorale giovanile che non giudica
I giovani chiedono di non essere giudicati, di essere ascoltati, di stare con loro senza pretese, di rispettare i loro tempi. Hanno bisogno di guide autentiche e credibili; di capire che è ancora possibile vivere per il bene e la bellezza e di avere speranze affidabili. Un buon educatore dovrebbe essere una persona credibile, creativa, affidabile, equilibrata, aperta all’ascolto e alla guida discreta non invadente, una persona “chiara” che sappia dare un indirizzo di vita appassionante e allo stesso tempo percorribile.
Saluzzo: educare è cosa di cuore
I giovani cercano persone adulte, mature affettivamente, consapevoli delle loro fragilità ma capaci di prendersi la responsabilità della loro vita, e non persone deboli, fragili che si rifugiano nell'oratorio o nelle parrocchie o nei gruppi per "sentirsi qualcuno" o avere un ruolo. Chiedono coerenza, verità, bontà, pazienza, fiducia. Fede vissuta che si trasmette per contagio, una gioia da far venir voglia a chi lo guarda di essere felice e gioioso proprio perché cristiano. Chiedono di esserci per aiutare, sostenere, anche sgridare, vivere con fiducia, coerenza, amorevolezza, educatori capaci di stare in mezzo ai ragazzi davvero, in diretta e non solo sulle piazze virtuali, ma nei luoghi veri di vita, che non li sgridino da una cattedra e non li riprendano da un balcone, ma che si mettano in gioco. educatori che pregano, che conoscono il vangelo e lo vivono, che pagano di persona e non fuggono davanti alla croce di essere derisi a causa della fede, che affrontano la crisi con fiducia e impegnandosi a costruire qualcosa di buono per se è per tutti... chiedono educatori che sappiano impegnarsi nel volontariato (che non deve essere necessariamente in oratorio come animatore), che sappiano trasmettere la bellezza di stare con gli amici senza dover fare chissà cosa o senza la Play di mezzo.
Le riflessioni di Turris Eburnea: dialogo e rispetto delle idee dei giovani
I giovani, oggi come in ogni tempo, hanno bisogno di avere di fronte a loro persone che con la loro vita incarnano i valori che predicano. E' finito il tempo dei buoni propositi, delle 'paternali', c’è bisogno di mettersi in dialogo con tutto ciò che siamo, e poi però di fissare dei limiti. I giovani se li aspettano perché a volte la famiglia è inesistente oppure troppo permissiva o iper-protettiva.
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