‘Il primo compito dell’educatore secondo don Domenico Ricca, cappellano del carcere minorile Ferrante Aporti di Torino, è esserci e non stare fuori dal campo dove viene giocata la partita’.
Nell’educatore il giovane cerca l’uomo capace di mettersi accanto a lui, più attento alla sua persona che alle esigenze generiche dell’educazione”. Il cappellano ha ricordato che l’educatore “è testimone della verità, della bellezza e del bene, che compie il suo mandato anzitutto attraverso l’autorevolezza della sua persona con un senso di responsabilità”.
Questo però si raggiunge attraverso una cammino di formazione “specifica e permanente” e di spiritualità che lo rende “capace di individuare le cure di cui hanno bisogno i giovani attraverso strategie di avvicinamento. L’educatore, ha detto Ricca, “è l’uomo della normalità che senza azioni spettacolari sa stare in mezzo” ai giovani mettendo in atto “due gesti importanti: l’urgenza dell’intervento e la progettazione di solidarietà lunghe”.