27 luglio 2013, tardo pomeriggio.
Entusiasta e come sempre all’ultimo secondo, mi affretto a recuperare le ultime cose prima della partenza. Quella a Caravaggio sarà solo una notte lontana da casa, eppure ho come la sensazione di essere in viaggio già da tempo, in compagnia di tutti quei ragazzi che adesso sono in Brasile. Infatti, proprio in questi giorni, dall’altra parte del mondo a Rio de Janeiro, si sta svolgendo la XXVIII Giornata Mondiale della Gioventù. La GMG è l’incontro per eccellenza di tutti i giovani cristiani provenienti da ogni angolo della Terra per alimentare con vivacità e spontaneità, ma anche con la preghiera e la riflessione, la fede comune in Cristo.
È lo stesso papa che ci chiama a partecipare numerosi a questo evento, confida in noi ragazzi, perché sappiamo “vivere la fede con un cuore giovane […] perché con Cristo il cuore non invecchia mai” (Papa Francesco, Domenica delle Palme, 24.03.2013).
Questa volta, malgrado l’invito del papa e la nostra buona volontà, era davvero difficile, se non impossibile, attraversare l’oceano e prendere parte alla GMG. È per questo che oggi, con il gruppo di Bedizzole, io e altri duemila giovani di tutte le diocesi lombarde arriveremo al santuario di Caravaggio per assistere alla veglia finale di papa Francesco. E così, con ancora nel cuore l’esperienza della scorsa GMG (quella a Madrid, nel 2011), sono carica per viverne una nuova, afferro lo zainetto e… via!
Dopo un’oretta di viaggio, eccoci giunti a destinazione; ad accoglierci troviamo un’infinità di persone accampate con sacchi a pelo e teloni nel prato del santuario, e così facciamo anche noi. Pare quasi una GMG in miniatura: certo, non proveniamo da nazioni diverse, né raggiungiamo minimamente il numero di pellegrini presenti adesso a Rio, però lo spirito è quello. Mi volto e vedo ragazzi che cantano e suonano in gruppo, altri che si abbracciano spontaneamente, altri ancora che organizzano giochi… Ragazzi sicuramente diversi da me, ma con i quali condivido lo stesso entusiasmo, il desiderio di dare un senso alla vita, la stessa gioia di vivere, ed è una gioia che contagia. L’allegria si protrae nei momenti di festa e lascia spazio a un silenzio surreale durante le varie testimonianze.
Ma è solo dopo la riflessione di Mons. Beschi che mi rendo conto finalmente del vero significato della GMG. “Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro” (Mt 18,19): il vescovo di Bergamo ci racconta di tre o quattro ragazzi incontrati nel Malawi. Questi, pochi giorni fa, sono partiti per oltrepassare una montagna e diffondere laggiù la Parola del Signore: così hanno vissuto la loro speciale GMG a distanza. Tra quei ragazzi di un piccolo villaggio sperduto nell’Africa era presente Dio, come oggi lo è in mezzo a noi duemila lombardi e tra i giovani di tutto il mondo in Brasile.
Per questo, appena inizia la diretta della veglia, non percepisco più i novemila chilometri che mi separano dalla spiaggia di Copacabana: vengono magicamente annullati dalla presenza dell’Amore di Dio, che riunisce tutti in un unico abbraccio. E lo slogan di questa Giornata della Gioventù è proprio “Andate e fate discepoli tutti i popoli” (Mt 28,19). “Cari giovani, il Signore ha bisogno di voi! […] Chiama ciascuno a seguirlo e ad essere missionari”: così ci esorta il caro papa Francesco, paragonandoci alle pietre vive della casa del Signore. Siamo noi giovani che con l’energia e la giusta carica abbiamo il compito di costruire un grandioso futuro, siamo noi giovani la speranza della Chiesa.
Perciò, dopo una notte in bianco e la messa finale del giorno seguente, ritorno a casa. Soddisfatta di questa breve, ma intensissima esperienza, ripongo lo zainetto al suo posto, pronto per la prossima avventura.
E ora: appuntamento a Cracovia nel 2016!
Francesca Cottini