Ogni Giornata mondiale della gioventù ha i suoi “portavoce”, testimoni che danno il senso dell’evento e indicano le strade da continuare a percorrere anche dopo l’emozione dei giorni passati insieme: sono i patroni, che vengono scelti a ogni edizione in base allo spirito di ogni singola Gmg. Per Panama 2019 gli otto volti che accompagneranno i giovani di tutto il mondo nella loro avventura sono l’espressione dell’anima dell’America Latina e della sua travagliata storia. Nonostante le loro vite siano state segnate da difficoltà e ferite, però, nei loro occhi splende la luce della speranza e in questo rivelano piena sintonia con il tema scelto per la Gmg: come Maria essi hanno saputo “fidarsi e affidarsi” a Dio.
Ad aprire l’elenco degli otto patroni della Gmg di Panama è san Giovanni Bosco (1815-1888), il cui carisma ha portato frutti preziosi nel mondo latino americano. L’opera educativa ispirata a lui e portata avanti dai suoi “figli” in tutto il continente è ancora oggi un segno profetico che unisce la devozione mariana e lo sguardo positivo e benevolo nei confronti delle nuove generazioni. Nel 1988 Giovanni Paolo II l’ha dichiarato «padre e maestro della gioventù». Viene sempre dal mondo salesiano la seconda patrona di questa Gmg: suor Maria Romero Meneses, religiosa delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Nata in Nicaragua nel 1902 e morta nel 1977, dedicò al Costa Rica 46 anni della propria vita realizzando numerose opere come ospedali, scuole e case per le famiglie più povere. Nel 2002 è stata beatificata da Giovanni Paolo II. A “proteggere” questa Gmg, poi, c’è «san Romero delle Americhe», come viene chiamato sant’Oscar Arnulfo Romero y Galdámez (1917-1980), l’arcivescovo di San Salvador canonizzato proprio lo scorso 14 ottobre assieme a papa Montini. Si era schierato apertamente contro chi agiva nella violenza e nella corruzione, difendendo i poveri e gli oppressi del suo Paese. Il suo appello alla pace e alla giustizia sociale, però, gli costò la vita: il 24 marzo 1980 fu ucciso da un colpo di pistola mentre celebrava la Messa nella cappella dell’ospedale della Divina Provvidenza a San Salvador.
L’elenco dei patroni di Panama 2019 continua con il nome di san Giovanni Paolo II, “inventore” delle Gmg e ancora oggi un modello di forza e coraggio per le nuove generazioni. Il suo carisma, che ha affascinato moltissimi giovani, era innervato da una profonda devozione mariana, un tratto che lo rende ancora più vicino a questa Gmg panamense. Ai giovani viene poi proposta la figura di un loro coetaneo: José Sanchez del Rio, “Joselito”. Aveva appena 15 anni quando venne martirizzato durante gli scontri violenti della così chiamata “guerra dei Cristeros” in Messico. Beatificato nel 2005 è stato canonizzato nel 2016. Si rimane sempre in Messico con san Juan Diego (1474-1548) – nato con il nome Cuauhtlatoatzin che significa in lingua azteca “colui che grida come un’aquila” –, un indio al quale nel 1531 a Guadalupe apparve la Madonna, chiedendo che venisse eretto un edificio a lei dedicato. Nacque così, a poche decine d’anni dall'arrivo dei conquistatori europei e dall’inizio del declino delle popolazioni indigene, un luogo che è entrato profondamente nella devozione popolare non solo messicana. I ragazzi della Gmg, poi, ritroveranno una santa che hanno già conosciuto alla Gmg di Rio: santa Rosa da Lima. Nata nel 1586 nella capitale del Perù, dovette rimboccarsi le maniche quando la sua famiglia, nobile e di origine spagnola, si trovò in povertà. Fu costretta così ad accantonare l’idea di consacrarsi, ma non rinunciò a una vita evangelica, scegliendo la verginità e curando bambini e anziani, specie quelli di origine india. A 20 anni vestì l’abito del Terz’ordine domenicano e dal 1609 visse in una cella nella casa materna, pregando continuamente. Morì a 31 anni nel 1617.
L’elenco dei patroni di questa Gmg si chiude con un santo la cui madre era originaria di Panama: san Martino de Porres. Nato anch’egli a Lima, nel 1579, era figlio di un aristocratico spagnolo e di una ex schiava. Quando il padre divenne governatore di Panama, Martino rimase assieme alla madre. Il suo sogno era di diventare religioso tra i Domenicani, che lo accolsero ma lo relegarono a compiti umili e marginali, essendo Martino un mulatto. Ben presto, però, si accorsero del suo vigore nella fede e decisero di mettere a frutto questo suo carisma. Così Martino diventò punto di riferimento per molti, anche potenti, pur vivendo con e per i poveri e i malati. Morì nel 1639.
Matteo Liut