In un contesto che rende un po’ tutti «ironici», un po’ «liberali», un po’ «spaesati» e, soprattutto, un po’ «nichilisti», non manca chi è invece “in cerca di un’anima”, chi si fa “umile cercatore della verità”.
La speranza cristiana, in particolare, è “radicata nella profondità della esperienza umana”; è “dono e che si fa impegno quotidiano”, quindi “responsabilità per le speranze storiche”; è una “speranza che mantiene vigili di fronte a false speranze, coraggiosi e perseveranti in situazioni di mancanza di speranza, impegnati nel vivere e testimoniare con la vita e la parola la speranza cristiana che non delude”
Mons. Domenico Sigalini, Vescovo di Palestrina, con ricchezza di esemplificazioni, ha ammonito i giovani a “superare le speranza spente” – “Si può stare tutto il giorno e tirare a sera, adattandosi a quel che capita, senza aspettarsi niente dalla vita, dalle persone che incontriamo” – per diventare “sentinella del mattino, come Giovanni Paolo II voleva fossero tutti i giovani”.
A tale fine, riprendendo San Paolo, Sigalini ha invitato a “non conformarsi ai desideri d’un tempo”, per “diventare santi in tutta la condotta”, comportandosi “con timore nel tempo del vostro pellegrinaggio”, sapendo che “non a prezzo di cose corruttibili, come l’argento e l’oro, foste liberati dalla vostra vuota condotta ereditata dai vostri padri, ma con il sangue prezioso di Cristo”, per opera del quale “voi credete in Dio, che l’ha risuscitato dai morti e gli ha dato gloria e così la vostra fede e la vostra speranza sono fisse in Dio”.
“Dio all’appuntamento con la nostra voglia di vivere, con il nostro anelito all’infinito – conclude il Vescovo – si è fatto incontrare, le sua braccia sono sempre pronte ad accogliere”.