SUL CROCIFISSO
Il testo
Dalla Lettera di San Francesco al capitolo generale e a tutti i frati (FF 221)
Tutta l'umanità trepidi, l'universo intero tremi e il cielo esulti, quando sull'altare, nelle mani del sacerdote, è presente Cristo, il Figlio del Dio vivo. O ammirabile altezza e degnazione stupenda! O umiltà sublime! O sublimità umile che il Signore dell'universo, Dio e Figlio di Dio, si umili a tal punto da nascondersi, per la nostra salvezza, sotto poca apparenza di pane! Guardate, fratelli, l'umiltà di Dio, ed aprite davanti a lui i vostri cuori; umiliatevi anche voi, perché siate da lui esaltati. Nulla dunque di voi trattenete per voi, affinché tutti e per intero vi accolga colui che tutto a voi si offre.
La preghiera
Lodi al Dio Altissimo (FF 261)
Tu sei santo, Signore solo Dio, che compi meraviglie.(Sal 76,15)
Tu sei forte. Tu sei grande. Tu sei Altissimo.
Tu sei onnipotente. Tu Padre santo, Re del cielo e della terra.
Tu sei trino e uno, Signore Dio degli dèi.
Tu sei il bene, ogni bene, il sommo bene, Signore Dio vivo e vero.
Tu sei amore, carità. Tu sei sapienza.
Tu sei umiltà. Tu sei pazienza.
Tu sei bellezza. Tu sei sicurezza. Tu sei quiete.
Tu sei gaudio e letizia. Tu sei la nostra speranza.
Tu sei giustizia e temperanza.
Tu sei tutto, ricchezza nostra a sufficienza.
Tu sei bellezza. Tu sei mansuetudine.
Tu sei il protettore. Tu sei custode e difensore.
Tu sei fortezza. Tu sei rifugio.
Tu sei la nostra speranza. Tu sei la nostra fede.
Tu sei la nostra carità. Tu sei tutta la nostra dolcezza.
Tu sei la nostra vita eterna,
grande e ammirabile Signore, Dio onnipotente, misericordioso Salvatore.
La testimonianza di...
Nicola
"Lincontro con Francesco posso definirlo come unico e inaspettato. Sì, perché fino allestate appena trascorsa, non avevo mai avuto la possibilità e nemmeno cercato loccasione, di conoscere meglio la sua figura, così grande nella sua semplicità da raggiungere e toccare moltissimi cuori. Per me era un Santo come molti altri, che conoscevo un po superficialmente, una figura che pensavo di conoscere ma in realtà non conoscevo e in questultimo periodo ho solo iniziato a scoprire.
Con questo spirito, un po superficiale, la primavera scorsa ho iniziato con gli altri animatori del gruppo parrocchiale assieme al nostro sacerdote assistente, a preparare lesperienza del campo estivo per i ragazzi di terza media e prima superiore che questanno avremmo vissuto in Assisi alla scoperta di Francesco. Durante la preparazione però non ci siamo soffermati solo sulle attività da preparare o i luoghi da vedere, stranamente abbiamo cercato di conoscere meglio la figura, la persona, e lumanità di Francesco. Il tutto attraverso le tappe e i luoghi importanti della sua vita, fino ad arrivare alla prima settimana di agosto, dove concretamente abbiamo vissuto con i ragazzi il momento del campo scuola.
Questa, è stata una settimana decisamente unica e speciale dove, i ragazzi, ma soprattutto noi, abbiamo potuto vivere e sperimentare nella semplicità quali sono veramente le cose che contano nella vita e il grandissimo tesoro e dono che ciascuno di noi è per gli altri. Una settimana semplice, avevamo scelto difatti di vivere quei giorni senza interferenze esterne (togliendo cellulari, internet, social media vari, ecc.) per favorire le cose semplici, come le relazioni con le persone, i giochi, lo stare assieme, anche solo per una passeggiata, la preghiera. Insomma, lo scoprirsi unici e allo stesso tempo fratelli, sia nei momenti di gioia e divertimento che in quelli delle difficoltà e del dolore.
Quella settimana è stata davvero unica, illuminata da una Luce speciale e vissuta con un compagno Unico, Francesco. Già, fin dal principio Lui si è fatto nostro prossimo, come il viandante forestiero che cammina con i due discepoli fino ad Emmaus, e, in punta di piedi, ci ha accompagnato e guidato suggerendoci la Via da percorrere, sempre nella nostra più totale libertà. Infine, non ci ha lasciati nemmeno dopo il nostro rientrato a casa quando, a poche ore dal nostro ritorno, sorella morte ha fatto visita a Samuele, uno dei ragazzi del campo. Francesco era lì, per ricordarci che quando facciamo qualsiasi cosa, dobbiamo cercare di farla sempre nel migliore dei modi e nella semplicità perché è unica come il momento in cui la stiamo compiendo e non ce ne saranno altre di uguali, forse simili ma non uguali. Inoltre ci ha dato la possibilità di accompagnare un ragazzo nella sua ultima settimana di vita terrena, sperimentando e vivendo come lui ci ha insegnato, che il bello è nelle cose semplici che ci circondano, è questa la vera gioia. Come disse Samuele ai suoi genitori incontrandoli al ritorno dal campo: è stata la settimana più bella della mia vita
Vorrei concludere questa condivisione con limmagine dellultima sera di quella settimana, trascorsa a giocare tutti assieme con i ragazzi sul sagrato di San Rufino, dove, al nostro arrivo, siamo stati accolti dalle porte spalancate della cattedrale con allinterno illuminato nella penombra il grande crocifisso che vegliava su di noi in quellultima sera tutti assieme, quasi a dirci non abbiate paura io sono sempre con voi. Grazie Francesco".
Le domande
SULLA MADONNA
Il testo
Da "Lancella del Signore di Adrienne Von Speyr
Dal venerdì santo la madre vive in un nuovo stato di attesa. Le sofferenze del Figlio volgono al termine: ella è sempre andata con lui giungendo a questa conclusione. Ha fatto esperienza della solitudine e dellabbandono. Sa però che egli è Dio e che, in quanto tale, sopravviverà alla morte e ad ogni genere di rovina. Non sa immaginarsi la resurrezione, né raffigurarsi qualcosa che avverrà nel futuro.
Dispone solo della sua fede che supera ogni evento di morte.
Il suo primo sì diretto allangelo, la prima gioia del concepimento, il primo giubilo del Magnificat sono solo un piccolo inizio in dimensioni umane se confrontati con limpeto del sì di Pasqua e con questo fuoco del nuovo Magnificat.
Il primo sì davanti allangelo rappresentava lassunzione di una piena responsabilità per il futuro. Veniva pronunciato con gioia, ma sullo sfondo già si vedeva il futuro dolore come prezzo da pagare per questa gioia del concepimento. Il piacere del nuovo sì è però così grande e radioso che può guardare, come dalla sommità di una cima, a tutti i dolori e a tutte le separazioni già passate e forse ancora da venire.
Ella stessa era in grado di pronunciare il suo primo sì, di darvi forma ed espressione nel canto del Magnificat. Il suo nuovo sì è indicibile. Come un fiume nel mare così il nuovo sì sfocia nelleterno sì di Dio stesso che lo alimenta e lo assorbe. Ciò che ella dice ora è giubilo che va ben oltre le parole.
In questo modo le è stato donato un secondo Natale. A Natale ella aveva ricevuto il figlio e la profezia dellAvvento, a lungo attesa, aveva trovato il suo compimento terreno. Tutto ciò che nella notte di Natale era realtà fisica e terrena è ora realtà spirituale ed è quindi aperta, senza confini, nonché onnipresente: è eucarestia!
Se è veramente la carne del Signore quella che il cristiano riceve sullaltare, è allora anche la carne che è divenuta tale nel grembo della madre e a cui ella ha messo a disposizione tutto ciò che possedeva. Dal momento che ella ha detto sì alla sua incarnazione, dice di sì anche ad ogni nuovo ingresso del Signore nel mondo che si realizza con la consacrazione eucaristica di ogni messa.
La preghiera
Inni mariani
Ave, Madre di Dio, Vergine Santa, Maria,
tu sei dolce rifugio per chi a te si rivolge.
Guarda a noi, volgi a noi il tuo sguardo:
in te noi confidiamo, sei tu il nostro conforto.
Quando il buio e le tenebre rendono oscuro il cielo,
resta sempre con noi,
la tua luce risplenda nel nostro cuore come una viva speranza.
Madre del Creatore, in te la grazia risplende.
Madre del Redentore, per te il mondo gioisce.
Mostra a noi tuo Figlio, Cristo nostro Signore,
per la tua preghiera ci doni la sua salvezza.
La testimonianza di...
P. Mario Borzaga
La Madonna mi affascina sempre più, specialmente per il suo silenzio, la sua fede, la sua umiltà, la sua naturalezza nel praticare la virtù, la sua bontà, la sua purezza (10 ottobre 1956).
Ormai mi sono affezionato alla Madonna dei Dolori e la vado volentieri a trovare. Sento, senza commozione, che la Madonna mi vuole bene. Bisogna amare senza sentire che si ama; il pane della messa non si accorge che diventa Gesù. Anchio voglio essere un semplice strumento nelle sue mani, nel suo cuore (15 aprile 1957).
Se Gesù è un mio personale amico, devo conoscerlo molto bene, altrimenti come faccio ad amarlo? So io come farò: pregherò la vergine, Madre sua e mia, perché mi insegni materialmente a conoscerlo e amarlo (12 maggio 1957).
Solo dellImmacolata abbiamo bisogno e di nullaltro, io in particolare. Qui, sui monti di Kiucatian, devo giocare la mia ultima carta per la santità. O qui o in nessun altro luogo. O adesso o mai più. Forse domani sarà troppo tardi. Oggi, qui, mi attende nientaltro che oggi. Oggi per essere più santo che mai. Dimentico il mio passato per essere di Dio, dimentico tutto tranne il mio peccato per essere più degno di misericordia davanti al Signore. Maria è Madre mia e tutto spero da lei. Tutto per me e per le anime che mi sono affidate (Kiucatan, vigilia dellImmacolata 1958).
(dal Diario di padre Mario Borzaga, missionario OMI ucciso in Laos)
Le domande