Come fiumi che si gettano nel mare, migliaia e migliaia di persone si sono riversate verso le transenne, in attesa del passaggio del Papa, perdute in larghi keeway o avvolte da bandiere di ogni colore, un po’ per il freddo, un po’ per svelare orgogliosamente la propria nazionalità di provenienza.
La spiaggia più famosa di Rio, colorata da cappellini di ogni genere e pupazzi vestiti da papa è un ricettacolo di persone d’ogni lingua, colore, fisionomia che si mescolano con i carioca. La folla non ha età: mamme e bambini, anziani e malati, e ovviamente un mare di giovani.
I punti di altura vengono sfruttati fino all’ultimo centimetro quadrato e alcuni osano persino salire sopra ai cassonetti dell’immondizia per garantirsi una visuale migliore.
C’è aria di festa, sebbene sui pellegrini incomba un cielo gravido di pioggia e il marciapiede sia intralciato dalle pozzanghere in ogni dove. Il cattivo tempo, infatti, non frena l’allegria. Non impedisce i canti, i battiti delle mani, i cori per il papa. E nel variopinto spettacolo umano che ci si para innanzi non manca chi si dà alla compravendita di bandiere, fischietti, ombrelli, sciarpe, cibo, bevande, banchetti, sedioline.
Le onde si infrangono su una spiaggia già bagnata dalla pioggia, tutto è pronto per le strade. Fin quando arriva lui, Francesco, e illumina il volto di migliaia e migliaia di pellegrini.