“Con Gesù, la vita è cambiata oppure no?”. È stato questo il primo interrogativo posto ai ragazzi da mons. Gianni Ambrosio, vescovo di Piacenza-Bobbio, durante la sua catechesi. “Pensate che il mondo si cambi con un’esplosione, con una bomba atomica che stravolge tutto in un momento? No. La mente di Dio è diversa. Ieri siamo partiti da noi stessi – ha proseguito - dalla nostra sete di speranza e di Dio, oggi, invece, guardiamo a Gesù.”
Prendendo spunto da un brano del Vangelo di Matteo, mons. Ambrosio si è soffermato sulle domande che Gesù pone a chi vuol essere suo discepolo: “La gente, chi dice che io sia? E voi, chi dite che io sia?”.
In quel brano, ha osservato, Pietro risponde che Gesù è il Cristo. “Anche noi possiamo dire: ‘Gesù, tu sei il Cristo’. E anche per noi, ovviamente, ci sarà un itinerario, un cammino progressivo – ha proseguito - proprio come c’è stato per i primi discepoli di Gesù; ma la vita eterna è già in noi e il processo dinamico di liberazione, in cui si realizza il progetto del Padre su di noi, parte accogliendo Gesù.”
E come accoglierlo? Dove incontrarlo? Dove abita Gesù?
A questi quesiti, il vescovo ha risposto servendosi di un invito fatto da Gesù ai suoi discepoli: “Venite e vedrete”.
Il cristiano, cioè colui che vuole farsi discepolo di Cristo, deve, infatti, anzitutto fissare lo sguardo su Gesù: non guardarlo “di sfuggita”, precisa mons. Ambrosio, ma entrare dentro il suo sguardo. Poi, incamminarsi verso di Lui, seguire le sue orme e “andare a vedere dove abita”.