La storia del giovane AdC di Cosenza, Adam Ruffolo, che ha sperimentato l'amore di Cristo diventando Suo testimone attraverso il lavoro svolto all'interno dell'Associazione Nuovi Orizzonti
Uno dei principali obiettivi di chi scrive una storia è quello di toccare il cuore di chi poi la leggerà. È un compito arduo, ve lo assicuro, ma ancora più difficile è trovare una storia che valga la pena di essere raccontata. Questa settimana, all’interno della nostra rubrica “Diario di Viaggio”, vogliamo presentare l’avventura (perché di questo si tratta) di un ragazzo che, a un certo punto della sua vita, ha vissuto l'incontro con Gesù. Per chi questo incontro l’ha fatto davvero, parlare di stravolgimenti interiori, rinnovamento dello spirito, è quasi poca cosa, viceversa, per chi vive la fede con distacco, quelle che seguiranno sembreranno parole vane, vuote, prive di senso. Ai primi consiglio di guardare a questa come a una delle tante testimonianze che ogni giorno il Signore ci regala, ai secondi, invece, di predisporsi in modo sereno alla lettura lasciandosi contagiare da chi quell’incontro lo vive ogni giorno nella propria vita.
Quella di Adam Ruffolo è la storia di un ragazzo di 27 anni di Marano Principato, della parrocchia di Maria Santissima Annunziata. Le parole più adatte per descriverlo sono senza dubbio queste: estroverso, dinamico, vivace, solare, allegro. Tutto quello che meglio rappresenta la voglia di vivere, di intraprendere nuove avventure fa parte del suo dna. "Ero così _ n da piccolo;- ci racconta il giovane Adam - già all'asilo le maestre 'raccomandavano' a mia madre: questo è un ragazzo che esploderà. Infatti mi chiamano lo tsunami, ma una catastrofe buona, che riassume la mia voglia di fare". Voglia di fare che ha accompagnato tutta la sua vita _ n dai primi anni di maturazione in parrocchia, vissuta prima per la
preparazione ai sacramenti, poi come catechista ed educatore AC e animatore nel CTG e nel CSI. "La prima spinta è arrivata grazie al mio parroco di allora don Bruno Di Domenico che mi ha aiutato a rivalutare queste mie capacità, indirizzando il mio entusiasmo. Furono quelli infatti i primi passi che, come confessa Adam, quasi inconsapevolmente l'hanno indirizzato verso la strada che oggi lo vede impegnato al _ anco degli ultimi come portatore di speranza. "Infatti dopo i tanti anni passati in parrocchia impegnato nei diversi contesti nei quali ero coinvolto sentivo di fare le cose quasi meccanicamente nonostante il costante affiancamento di don Bruno prima che, come dicevo mi ha tirato sulla barca di Gesù, valorizzando i miei talenti, e di don Franco Iaconetti poi, che ha curato ancora di più la mia crescita spirituale anche perché nel frattempo ero diventato più grande". Ma questo non bastava al giovane Adam, e soprattutto a poco servirebbe per rendere interessante la nostra storia. Infatti al suo percorso in parrocchia e a quello di animatore del Progetto Policoro, intrapreso da qualche anno all'interno della diocesi, mancava qualcosa. Quel qualcosa era l'incontro con Cristo, l'incontro vero, quello che ti sconvolge la vita, che ti fa diventare testimone di quella gioia che ti riempie l'anima e ti dà la forza di gridare al mondo l'amore per Dio. Un incontro talmente sconvolgente ("l'appuntamento prefissato" lo chiama Adam), talmente forte, del quale resta impressa nel cuore persino la data e l'ora. "Era (infatti) l'otto settembre del 2011, una data che non dimenticherò mai. Tornavo dalla GmG svoltasi a Madrid e mi trovavo ad Ancona dov'era in corso il Congresso Eucaristico Nazionale. Proprio quel giorno ho avuto quell'incontro che da subito ho visto come l'appuntamento che il Signore aveva fissato con me. Un appuntamento quasi banale sembrerebbe: fu infatti grazie al dialogo con un sacerdote, che altro non è se non strumento nelle mani di Dio, che riuscii a trovare, forse anche grazie al suo aiuto, le risposte a tante di quelle domande alle quali non riuscivo a dare una risposta." Quel sacerdote, incontrato casualmente, era don Giacomo Pavanello uno dei tanti assistenti della Comunità Nuovi Orizzonti, fondata nel lontano 1993 da Chiara Amirante, impegnata nel combattere il disagio sociale.
"Dopo quell'incontro - ci racconta ancora il giovane principatese - sono riuscito a far esplodere quello che avevo dentro: mi ero liberato, finalmente sentivo questa apertura del cuore, sentivo di aver incontrato Gesù. Non che prima non lo conoscessi, ma da quel giorno è diventata presenza viva e sento, ogni giorno, tutta la pienezza di quell'incontro". Da quell'incontro infatti la sua vita cambiò, maturò tutta la consapevolezza di dover testimoniare quell'amore e quella gioia, ai tanti giovani che perdono la speranza, a quelli che vivono lontani dalla Luce di Dio a quel "popolo della notte" di cui si prende cura l'associazione Nuovi Orizzonti. Fu così che decise di diventare un Cavaliere della Luce per portare
il lieto annuncio, la luce di Gesù risorto. "L'amore che ho ricevuto lo voglio donare agli altri - ci racconta ancora Adam – voglio annunciare il Vangelo, raccontare la mia esperienza di fede a quanti vivono lontani dalla gioia, quella gioia che è l'incontro con Gesù, presenza viva nella mia vita".
Così, tramite quella che viene chiamata evangelizzazione di strada, Adam e gli altri Cavalieri della Luce cercano di donare al prossimo il proprio entusiasmo, portando la loro esperienza, trasmettendo un unico messaggio che, _ n dall'inizio è diventato un pò il motto dell'associazione: la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.
"Oggi sento di essere testimone di quello che è successo nella mia vita - precisa ancora Adam- come il Signore ha cambiato la mia vita, donandomi una gioia piena, diversa da quella che ci offrono i modelli sbagliati che ci circondano". Così dagli appuntamenti mensili nelle diverse città italiane, agli incontri spirituali e di catechesi, quella
di Adam si è trasformata nella testimonianza continua dell'unicità dell'incontro con Cristo, della gioia di vivere accanto a Lui, di essere partecipe del suo amore, contagiando quanti incrocia durante il suo cammino. Cammino che lo sta portando a intraprendere il non facile percorso che porterà alla nascita di un gruppo di preghiera nella nostra regione "per aiutare tanti giovani - così come ci dice ancora Adam - a soddisfare quella sete di Dio che sentiamo dentro".