Siamo vagabondi o pellegrini? Siamo gettati nell’esistenza, in balia del caso, o partecipi di un Disegno provvidenziale?
Muove da queste domande – e, quindi, da una riflessione esistenziale sulla condizione dell’uomo – la catechesi del Card. Angelo Bagnasco, Arcivescovo di Genova e Presidente della CEI, che articola la risposta valorizzando alcune testimonianze, tratte dalla letteratura contemporanea (S. Quasimodo, M. Buber, A. Camus).
Nel parlare ai giovani, il Cardinale li esorta ad “ascoltare il cuore, specialmente nei momenti difficili”, a sapersi fermare per rientrare in se stessi – “nell'uomo interiore abita la verità” (Sant’Agostino) – e riconoscere quel “silenzio che si ascolta con l’anima” (R. Guardini), evitando che l’esistenza si trasformi in un congegno di fuga e di nascondimento, rispetto alle responsabilità di ciascuno.
Attingendo alla Sacra Scrittura, l’Arcivescovo di Genova conduce, quindi, a prendere in mano le questioni essenziali – “Da dove vengo? Chi sono? Dove vado? – per scoprirsi “dono”, “caro al cuore di Dio”, in cammino verso la pienezza della vita.