«Se vogliamo proseguire sulla strada della Gmg di Cracovia per portare il Vangelo ai giovani, dovete essere voi giovani a mettervi in gioco, diventando sempre più missionari. Come? Partiamo dal Sinodo dei giovani in diocesi». Così si è espresso il vescovo di Faenza-Modigliana, Mario Toso, l’ultima domenica di settembre, rivolgendosi ad alcune centinaia di giovani della diocesi romagnola, saliti fino all’eremo di Gamogna, animato dalla Fraternità monastica di Gerusalemme, per l’inizio dell’anno pastorale. Che cosa seguirà all’annuncio? Risponde don Francesco Cavina, responsabile diocesano della Pastorale giovanile: «Il vescovo ha lanciato un progetto che avrà referenti i 210 giovani che sono stati a Cracovia e si svilupperà almeno per tre anni. Il primo anno studieremo insieme ai giovani come organizzare il Sinodo, costituendo la Consulta pastorale giovanile, con i rappresentanti di parrocchie, associazioni e movimenti. Seguirà un anno di preparazione e il terzo anno si svolgerà il Sinodo vero e proprio».Protagonisti di questo percorso saranno gli stessi giovani, che «andranno nelle parrocchie per incontrare i coetanei, provando a capire come fare a portare il Vangelo nei vari ambiti della vita: studio, lavoro, famiglia, sport, tempo libero ». Il vescovo e i responsabili della pastorale giovanile sono convinti che la Gmg debba essere un punto di ripartenza «per la vita di fede dei giovani, all’interno delle loro comunità e nella vita di tutti i giorni». Così per non essere 'giovani divano', come ha detto papa Francesco, devono prendere in mano la loro vita «per farne qualcosa di bello e di grande e lasciare un’impronta anche nella società».
Quinto Cappelli
(pubblicato su Avvenire, mercoledì 5 ottobre 2016)