Nei racconti del Natale
non ci sono che spostamenti, cambiamenti.
I pastori attraversano la notte
per andare sul luogo della nascita.
Essi, che non avevano alcuna importanza sociale,
passano al rango di spettatori privilegiati.
Gli angeli lasciano il cielo per la terra,
perché ogni gioiosa novella esige
che si vada verso i più poveri.
I Magi lasciano il loro paese e il loro sapere
per raggiungere la grotta
ed accedere ad un’altra conoscenza.
Gli stessi animali, le greggi,
rappresentanti di tutto ciò che è vivo,
vengono condotti in questa migrazione verso la gioia!
E Gesù, che è Dio, lascia il suo trono
per nascere come un figlio d’uomo, umile e nudo.
Dio nasce nel corso di un viaggio!
Nella storia del Natale, tutti si muovono e si spostano!
Come nella vita di ogni giorno, in un modo o nell’altro,
ognuno abbandona la sua situazione,
il suo vecchio modo di essere per andare altrove,
con il suo corpo, il suo spirito, la sua fede, il suo amore,
ed essere così trasformato, rinnovato.
È necessario lasciare i luoghi
ed i comportamenti abituali
per trovare un senso alla vita.
Per afferrare la luce.
Per scoprire la felicità che si sogna.
Si esce dalla notte solo muovendosi.
Non fissandosi in idee già confezionate,
nelle funzioni chiaramente stabilite,
in una fede costituita una volta per tutte.
È necessario prendere la strada, continuamente,
restare attenti e desti, distaccati,
e solo a questa condizione è possibile giungere alla sorgente
di ogni luce e di ogni speranza. A Dio.