Distanziamento, mascherine, lavarsi le mani, starnutire nell’incavo del braccio ... Ormai abbiamo imparato a conoscere tutte queste nuove regole e sappiamo che per un bel po’ dovremo rispettarle e farle rispettare.
Ma il vero problema che ci sorge in mente a noi educatori è: come faccio, questa estate, a far giocare un gruppo di 10/15 bambini senza che si saltino addosso? Come faccio a farli stare alla distanza giusta?
Una possibile soluzione - ma ovviamente ne esistono tante altre e voi potete scegliere quello più opportuna - potrebbe essere quella di utilizzare una corda (con un diametro di 5mm, per esempio) per creare delle postazioni in cerchio per ogni singolo ragazzo.
Ogni metro e mezzo/due si può creare un nodo e appendere un cartellino con il nome del bambino: ogni ragazzo saprà così quale sarà il suo posto e che si dovrà sempre sedere in quel punto, alla giusta distanza di sicurezza dai suoi amici. La corda potrà aiutare a far sentire meno esclusi quei ragazzi che non conoscono i compagni e che diversamente non si sarebbero seduti vicino a qualcuno.
Si potrebbero procurare due corde in modo tale da poter utilizzare un cordino per accoglienza/spostamenti e una per i giochi.
Noi ci immaginiamo un’estate strutturata con tante corde e pensiamo a una situazione simile, ovviamente starà a voi educatori, ambasciatori di possibilità, scegliere la strategia più convivente e opportuna.
1) Accoglienza dei ragazzi
Come le estati scorse, ci immaginiamo che ogni squadra avrà un luogo per incontrarsi.
All’ingresso dello spazio dedicato a quella squadra si potrebbe creare una coda distanziata, utilizzando la prima corda. Ogni accompagnatore e bambino potranno attendere il loro turno in fila sulla prima corda. Per far passare l’attesa si potrebbe ipotizzare di registrare un video ricordo di pochi secondi in cui il bambino saluta.
Arrivato il suo turno, il bambino potrà andare a sedersi al suo posto, accanto al suo nome, nella seconda corda disposta in cerchio.
2) Le attività in cerchio
Il cerchio è uno strumento efficace per aumentare la vicinanza emotiva e per risolvere i conflitti.
Le attività in cerchio:
- consentiranno ai ragazzi di esprimersi e conoscersi meglio, in meno tempo;
- facilitare l’inclusione;
- permettere agli animatori di conoscere meglio i ragazzi, in meno tempo;
- potranno prevenire e gestire le conflittualità;
- mantenere la distanza di sicurezza necessaria.
3) Spostamenti
Se le condizioni sanitarie permetteranno gli spostamenti, questa estate si potrebbe utilizzare la corda come strumento per mantenere le distanze di sicurezza: se due animatori si posizionano al capo e alla coda del cordino, tenendolo in tensione, avremo una fila ordinata di ragazzi che, mettendo la mano sul “loro” nodo, manterranno la giusta distanza personale.
Questo vale anche per le eventuali gite che prevedono piccoli spostamenti nel territorio.
Sarà utile disinfettare le corse usate quotidianamente.
4) Le attività a più squadre
La sana competizione durante le attività può essere molto utile come stimolo a impegnarsi sempre di più. Tuttavia durante questo periodo in cui il contatto fisico va limitato e le distanze personali mantenute la domande che ci sorge è: come potremo fare giochi a squadre?
Il nostro cordino con i nodi e i nomi distanziati potrebbe aiutarci, infatti, se si
posizionassero due corde parallelamente o a ferro di cavallo alla giusta distanza si potrebbero anche fare giochi squadra vs squadra.
Ipotizziamo delle sfide di abilità, di velocità, ecc.. da svolgere uno dopo l’altro senza bisogno di contatti.
Con l’utilizzo del cordino ogni ragazzo toccherà sempre la sua parte, tuttavia sarà indispensabile far lavare le mani il più possibile e prevedere dei momenti giornalieri in cui disinfettare la corda con appositi prodotti (alcol, acqua ossigenata, ecc.).
Sarà utile prevedere le situazioni di rischio mettendo in atto semplici comportamenti che, dopo la fase iniziale, sicuramente diventeranno automatici e quasi involontari.
Le regole educative non vengono mai vissute da un bambino o un adolescente come proprie, ma qualcosa di esterno che deve essere passivamente accettato. Affinché i nostri ragazzi rispettino tali regole, noi educatori non dobbiamo fare la cosa più elementare e più educativa: dare l’esempio.
L’esempio silenzioso nei mille piccoli e apparentemente insignificanti gesti della quotidianità.