Partendo dalla relazione del prof. Rivoltella, sono stati individuati tre diversi scenari di PASTORALE DIGITALE. Come è possibile accompagnare la comunità alla responsabilità e consapevolezza?
PASTORALE 1.0
In questo scenario, i media, in modo più o meno consapevole, sono percepiti come strumenti, mezzi che offrono l’opportunità di studiare, comunicare, lavorare dovunque e in qualsiasi momento (anytime and everywhere).
In tal senso i media digitali sono concepiti come tecnologie della distanza: consentono una comunicazione unidirezionale, annullando le distanze.
PASTORALE 2.0
Una seconda prospettiva è quella in cui i media cessano di essere pensati solo come strumenti e vengono invece considerati come ambienti e luoghi sociali.
In questa accezione i media non rappresentano più solo un’opportunità per annullare le distanze, ma sono una risorsa per consentire alle persone di comunicare meglio, anche quando sono in presenza.
PASTORALE 3.0
In questo scenario, la Chiesa è consapevole che i media sono parte integrante delle nostre vite e del modo in cui in esse costruiamo e manteniamo relazioni e che questo ci fa rendere conto di come l’uomo sia straordinario quando “si collega” agli altri, inutile se rimane da solo, proprio come una stampante senza connessione (Gee, 2013). In questo caso, i media sono percepiti come un TESSUTO CONNETTIVO, un modo di entrare in relazione e abitare il mondo.
Parlando con i ragazzi, non si può più educare senza tenere in considerazione il modo di vivere costantemente connesso che coinvolge la maggior parte dei nostri giovani.
Non prendere in considerazione questo aspetto, significherebbe non far sentire la propria voce a chi ne ha bisogno.
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